Migranti, nuova strage nel Mediterraneo: "Più di 200 morti"
Un barcone con almeno 250 persone è affondato a poche miglia dalle coste libiche. Lo ha annunciato il portavoce della Marina di Tripoli. Solo ventisei migranti sono stati tratti in salvo
ROMA - "Ci sono così tanti morti che galleggiano sul mare...". Le parole di Ayub Qassem, portavoce della Marina libica, descrivono l'ennesima tragedia dell'immigrazione consumatasi al largo delle coste della Libia, dove oltre duecento persone sono disperse dopo il naufragio di un barcone nelle vicinanze di Tajoura, a est della capitale.
A bordo c'erano 250 persone e solo ventisei sono state salvate. Qassem ha aggiunto che la guardia costiera libica - che può contare solo su pescherecci e imbarcazioni che noleggia dal Ministero del petrolio - ha pochi mezzi per intervenire. La maggior parte dei migranti erano africani, secondo il portavoce della Marina.
Quella di oggi è l'ennesima tragedia dell'immigrazione dal Nord Africa all'Europa. Dall'inizio dell'anno più di centomila persone hanno raggiunto le coste italiane, ma centinaia e centinaia hanno perso la vita durante la traversata su vere e proprie carrette del mare. Secondo l'agenzia Habeshia, che raccoglie e diffonde segnalazioni sul fenomeno, le persone scomparse in mare potrebbero essere 2.000. Un dato aggiornato al 24 agosto, dopo un naufragio molto simile a quello di oggi, sempre al largo delle coste libiche, in cui erano scomparsi 170 profughi e migranti, in maggioranza somali ed eritrei.
E sempre nelle ultime ore, due motovedette della Guardia Costiera di Crotone hanno tratto in salvo 111 migranti (uomini, donne e ventuno bambini, due dei quali neonati) di nazionalità siriana. L'allarme era stato lanciato tramite una chiamata con telefono satellitare, che segnalava la presenza di un'imbarcazione con migranti in difficoltà al largo della città calabra. Sul punto si sono recate le due unità navali, che hanno effettuato il trasbordo dei migranti.
