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Giovedì, 28 Marzo 2024
Carceri

Berlusconi, nessuna speranza: "Lui di certo escluso dall'amnistia"

Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri prova a chiudere le polemiche su amnistia e indulto: "Di certo non riguarderà Berlusconi". Sui tempi per la 'riforma': "Un mese o due"

ROMA - Napolitano aveva indicato la strada maestra, "riflettere su amnistia e indulto per risolvere l'emergenza carceraria". Beppe Grillo e il Movimento cinque stelle avevano gridato all'inciucione, "un modo per salvare il condannato Berlusconi". Il ministro della Giustizia Annamaria Cancellieri ha provato a chiudere la questione. Quattro semplici parole che pesano come macigni per il futuro del Cav: "Penso proprio di no". Un diniego pronunciato in risposta a chi gli chiedeva se amnistia e indulto potessero essere piste percorribili anche per Berlusconi, condannato a quattro anni per frode friscale nel processo Mediaset. No, caso chiuso. 

La questione, però, è "leggermente" più ampia. C'è un sistema carcerario al collasso da ricostruire e c'è un futuro degno da garantire a più di sessantamila detenuti: non solo a Berlusconi. Ecco perché il Governo procede spedito sulla via di indulto e amnestia, senza "nessuna pressione del Quirinale". Ed ecco perché il governo ha già pronta una linea guida per una legge che ha spiegato la Cancellieri, "potrebbe essere quella che tocchi ventimila detenuti, come avvenuto in casi precedenti". 

Il tutto per rispettare gli impegni presi con l'Europa che più di una volta ha bacchettato l'Italia per le condizioni delle carceri. "Risolveremo i problemi rispettando i termini", ha giurato la Cancellieri, chiarendo che per il maggio 2014, scadenza imposta dalla Corte di Strasburgo, il sovraffollamento sarà solo un ricordo. 

Anche se, ne è convinta il ministro, non bisognerà aspettare così a lungo. "Penso che faremo molto presto, un mese o due per alcuni provvedimenti o le leggi delega che ci consentano di intervenire" ha detto una Cancellieri particolarmente fiduciosa. Che poi ha provato a tenere le polemiche lontane dal Governo. 

"Gli atti di clemenza non sono segno di debolezza, al contrario sono segno di forza - ha concluso - uno Stato forte non ne ha paura. E' un dramma il fatto che un innocente venga tenuto in carcere senza giudizio". E per questo è necessario intervenire. 

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