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Venerdì, 19 Aprile 2024
CASO RUBY / Milano

"Mai scene di sesso alle cene in casa mia"

Processo Ruby: Silvio Berlusconi è intervenuto in aula a Milano per rendere alcune dichiarazioni spontanee. "Non ho mai fatto pressioni sulla questura. E il bunga bunga è solo una battuta"

MILANO - L'ex premier Silvio Berlusconi è intervenuto questa mattina nell'aula del tribunale di Milano per rendere alcune dichiarazioni spontanee sul caso Ruby, nell'ambito del processo che lo vede imputato con le ipotesi di reato di concussione e induzione lla prostituzione.

"MAI SESSO" - "Posso escludere con assoluta certezza che si siano mai svolte scene di natura sessuale ad Arcore. Non ho mai esercitato pressioni sulla Questura e Ruby mi fu presentata come figlia di una famosa cantante e imparentata con Mubarak", ha detto il leader del Pdl. Poi ha aggiunto, sempre ripercorrendo la vicenda: "Non ho mai avuto alcun tipo di rapporto intimo con Ruby. Tutti avevamo l'assoluta convinzione che Ruby fosse maggiorenne, sia perché diceva che aveva 24 anni, sia per il suo aspetto fisico, sia per il suo modo di fare. La giovane si presentò dicendo di non essere minorenne, ma di avere 24 anni e di essere stata buttata fuori di casa dal padre perché lei voleva convertirsi alla religione cattolica".



"NON VOLEVO CREARE UN INCIDENTE DIPLOMATICO" - "Disse che era di nazionalità egiziana, appartenente a una famiglia imparentata con Mubarak", ha ribadito il leader del Pdl dicendo di non "voler creare un incidente diplomatico" quando nella notte tra il 27 e il 28 maggio del 2010 contattò la questura di Milano, nei cui uffici si trovava Ruby, "per evitare complicazioni". Di fronte ai giudici, ha quindi ripercorso nei dettagli la trattativa con l'allora presidente libico, Gheddafi, per la liberazione dei cittadini elvetici rimasti in Libia dopo l'arresto del figlio Hannibal in Svizzera. "L'incidente internazionale - ha spiegato - mi aveva occupato a lungo e per questo mi venne spontaneo paragonare la vicenda di Ruby a quella di Hannibal e non volevo creare un incidente diplomatico".

LE CENE DI ARCORE -  "Sulle cene si è molto favoleggiato - ha detto - con una intrusione nella vita di cittadino privato che non ha precedenti. Durante le feste si mangiava tutti assieme nella sala da pranzo, accompagnati da Mariano Apicella e da altri cantanti professionisti. Poi c'erano spettacoli in costume che non avevano alcunché di volgare e nella discoteca che è stata dei miei figli si ballava e avveniva ciò che si vede in ogni locale pubblico - ha proseguito - anche se io non ho mai ballato per un vecchio fioretto fatto in gioventù".

L'ACCANIMENTO DEI GIUDICI -  "Questo processo è stata una mostruosa operazione di diffamazione per me e le mie amiche", ha dichiarato. "Nessuna delle mie ospiti, per quanto a mia conoscenza, poteva essere qualificata come una escort". E leggendo una memoria scritta in sede dichiarazioni spontanee ha aggiunto: "Leggo che mi avete già condannato, spero però che non sia così perché sarebbe una barbarie e significherebbe che l'Italia non è una democrazia".
 

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