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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Bimba con Aids torna a scuola: le altre mamme protestano

La piccola, di undici anni, è riuscita a tornare in classe dopo la lettera scritta dai suoi genitori al ministro dell'Istruzione. Ma ora scatta la polemica con il sindaco del comune dove si trova la scuola: "È stato alzato un polverone"

È tornata in classe nella scuola media di Trentola Ducenta (in provincia di Caserta) la piccola Francesca (nome di fantasia) di appena undici anni, la cui iscrizione era stata rifiutata perché malata di Aids. Così alcune madri hanno dato vita a una protesta. 

LA PROTESTA - "Abbiamo avuto rassicurazioni sulla trasmissione della malattia ma ciò non toglie che può capitare, anche se è raro, che la piccola si ferisca e il suo sangue infetti qualche altro studente" spiega una di loro. C'è anche chi dice di voler ritirare i figli da scuola, collegando la vicenda della piccola con i disagi relativi al sovraffollamento e ai servizi igienici: "La ministra venga qui per vedere in quali condizioni sono i ragazzi: i bagni sono sporchi, le aule piccole, e ora questa ulteriore preoccupazione". 

Le mamme hanno ascoltato il pediatra e il dirigente scolastico, che hanno rassicurato sui controlli. Ma questo non è bastato. C'è però chi non la pensa così: Immacolata Scotto, un'altra delle madri della scuola è convinta "che ogni genitore debba prendere precauzioni e spiegare ai propri figli come comportarsi, ma la scuola è in grado di gestire questa situazione. Questa bimba ha sofferto tanto ed è giusto che venga accolta da tutti noi".  

LA POLEMICA - La vicenda era diventata di dominio pubblico dopo l'intervento del ministro Stefania Giannini, a cui si erano rivolti con una lettera i genitori affidatari della piccola. "La bimba è entrata. Ora dobbiamo lasciarla in pace e metterci alle spalle questa vicenda piena di equivoci e interpretazioni errate. La nostra scuola è aperta, solidale e inclusiva" spiega il dirigente scolastico Michele Di Martino. 

Intanto il sindaco di Trentola Ducenta, Michele Griffo, si scaglia contro il ministro Giannini: "Il preside non sapeva della malattia della piccola fino a quando la notizia non è comparsa qualche giorno fa sull'Avvenire. Se non ha voluto iscriverla era solo per ragioni tecniche, ovvero di sovraffollamento dell'istituto. È stato il ministro, con le sue parole, ad alzare un polverone facendo passare Trentola per una comunità chiusa e ignorante: questo è inaccettabile". 

Non si è fatta aspettare la replica del ministro: "Ho solo fatto il mio dovere con tempestività e senso di giustizia. Devo garantire a tutti gli studenti in condizioni anche di svantaggio e disabilità, come in questo caso, di usufruire del diritto di istruzione che è un diritto fondamentale. A suscitare il polverone è stata la stampa". 

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