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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca Milano

Sesso, cibo e pane in cambio di una dose: viaggio tra i "fantasmi" di Rogoredo

Un viaggio con i carabinieri nel boschetto della droga di Rogoredo a Milano, tra pusher e disperati alla ricerca di una dose

E' qui che nelle scorse ore Fabrizio Corona è stato aggredito mentre insieme ad alcuni collaboratori, con una telecamera nascosta, stava girando un servizio per il programma "Non è l'Arena" di Massimo Giletti su La7. Ma il "boschetto della droga" di Rogoredo - quartiere periferico di Milano - non arriva per la prima volta oggi, di certo, sulle prime pagine dei giornali. Parliamo di una delle maggiori piazze di eroina in Italia. "Un'impressionante emergenza sociale, oltre che sanitaria", la definì qualche giorno fa Giulio Gallera, assessore al Welfare di Regione Lombardia, dopo un sopralluogo tra persone accasciate a terra o accampate in giacigli di fortuna, altre alla ricerca disperata di dosi, altre ancora con aghi conficcati nella pelle.

I riflettori dei media oggi si riaccendono su Rogoredo perché "Corona fa notizia", ma qui il viavai di pusher ed eroinomani non si è mai interrotto, nonostante i blitz e le pressioni delle forze dell'ordine. MilanoToday ha fatto un giro tra i "fantasmi" di Rogoredo insieme ai carabinieri. Ecco il racconto di Carmine Ranieri Guarino.

Addosso ha due maglioni, un cappotto grigio e una mantella rossa. Il cappuccio lo ha messo sulla testa, che tiene bassa, guardando al suolo. Le mani e i denti sono segnati, anneriti. E dai suoi occhi spenti ma arrossati scende qualche lacrima. Perché - dice sconsolata - "sono tre ore che cerco, devo farmi e non c'è nessuno". Lei - una 37enne di Costanza, nella Romania del Sud - al boschetto della droga di Rogoredo c'è arrivata pochi minuti prima dell'una di martedì. A quell'ora i carabinieri erano là già da una mattinata intera: i militari della stazione Porta Romana e Vittoria e della compagnia di intervento operativo avevano già smantellato le quattro o cinque baracche di fortuna che accolgono donne e uomini che vanno "a caccia" di una dose e avevano già bloccato gli affari dei pusher, che si sono dati alla fuga alla vista dei lampeggianti.

Fabrizio Corona aggredito nel bosco della droga: "Pestato con le mani e con i bastoni"

Boschetto della droga a Rogoredo

I "fantasmi" distrutti dalla cocaina e dall'eroina invece non sono scappati. Anzi, la 37enne entra da via Sant'Arialdo proprio mentre i carabinieri setacciano l'area. E dopo aver chiesto qualche moneta, confessa: "Devo farmi, ho bisogno". E i soldi per la droga - eroina che fuma - li trova in stazione a Rogoredo oppure "scopo", ammette senza troppi giri di parole. Perché quelle donne e quegli uomini - molti sono italiani, giovani e anziani senza distinzione - per una dose sono pronti davvero a tutto. Ahmed, un ragazzo di Tunisi sui trenta anni, racconta che spesso agli spacciatori "porto cibo o un po' di pane" per un "punto" di droga. Lui i conti con la "roba" li fa da tempo ormai. Quasi un anno fa si è iniettato una dose fuori vena ed è finito in ospedale a San Donato. Lì, i medici gli hanno diagnosticato un problema a una valvola cardiaca e lo hanno operato per due volte.

Corona aggredito al bosco della droga (Esclusiva © B&V Photographers / MilanoToday)

"Sono rimasto cinque mesi in ospedale, tra terapia intensiva, reparto e riabilitazione - ricorda con la voce flebile e le parole che escono a fatica dalla bocca -. Per tutto quel tempo non mi sono mai fatto, sono rimasto pulito". Poi, quando è uscito è ripiombato nel tunnel: "Le prime notti ho dormito in stazione, ma mi hanno rubato la valigia e la coperta e così sono tornato qui", dove per "tre volte al giorno" si inietta cocaina ed eroina insieme. Continua a leggere su MilanoToday

Tra i "fantasmi" di Rogoredo | Video Annarita Amoruso

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