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Giovedì, 28 Marzo 2024
Calcioscommesse / Cremona

Arresti e perquisizioni, il calcio trema ancora

In manette il vicecapitano della Lazio Stefano Mauri, l'ex Genoa Omar Milanetto e altri 17. Tra gli indagati Mimmo Criscito, Antonio Conte e Bobo Vieri

"Stefano Mauri, giocatore della Lazio, manifestava la sua costante disponibilità, a favore del gruppo degli 'zingari', ad alterare in cambio di denaro il naturale risultato di partite della Lazio nell'ambito del campionato 2010-2011, favorendone la vittoria anche ai fini di una migliore posizione in classifica".

Queste dure parole, soprattutto per il cuore dei tifosi della Lazio, sono riportate nell'ordinanza con la quale il Gip di Cremona, Guido Salvini, ha disposto 19 misure restrittive nell'ambito dell'inchiesta sul calcioscommesse.

Più passano le ore, più i fatti che dalla mattina di lunedì occupano le aperture di tutti i siti di informazione, non solo sportiva, si arricchiscono di particolari inquietanti.

Azzurri coinvolti - Gli ultimi aggiornamenti parlano di un'iscrizione nel registro degli indagati di un altro azzurro: dopo Mimmo Criscito, terzino della nazionale escluso dalla convocazione ad Euro 2012, è il turno di Leonardo Bonucci, difensore delle Juventus ma al tempo dei fatti contestati giocatore del Bari. Bonucci però non è stato ancora raggiunto da alcun provvedimento. Si tratta, al momento, solo di indiscrezioni giornalistiche raccolte dall'Ansa.

E c'è anche il nome dell'ex calciatore Christian Vieri nel registro degli indagati. Il 38enne "Bobo" (che nella sua carriera ha giocato, tra l'altro, nella Juventus, nel Milan e nell'Inter oltre che in Nazionale) era stato tirato in ballo nel corso di una telefonata tra Antonio Bellavista e Ivan Tisci intercettata dalla polizia nel corso della prima tranche dell'inchiesta "Last Bet".

Il caso Mauri - Secondo l'accusa, il vice capitano della Lazio, Stefano Mauri, che ora si trova nel carcere Ca del Ferro di Cremona, era "inserito a pieno titolo" nell'organizzazione capitanata dal singaporese Eng Tan Seet. Un vero e proprio "boss" con il quale "intratteneva direttamente rapporti, almeno telefonici". Tutto ruota intorno a due partite del campionato 2010-2011: Lazio-Genoa 4-2 del 14 maggio 2011 (per la quale è stato arrestato l'allora capitano del Genoa Omar Milanetto) e Lecce-Lazio, terminata sempre 4-2 per la squadra di Mauri.

In particolare dalla combine di quest'ultima partita gli inquirenti sono a conoscenza della mole di soldi mossa: 2 milioni di euro di introito per il gruppo criminale, 600mila euro per i calciatori coinvolti. Ebbene, per queste due partite Mauri è stato messo in contatto dall'amico Antonio Zamperini "con Almir Gecic e Hristian Ilievski (i presunti capi degli 'zingari', ndr) e "intratteneva una fitta rete di rapporti diretti e telefonici con alcuni degli associati, in data prossima o coincidente con le suddette partite".

In particolare, "con il medesimo Zamperini, che costituiva il costante strumento di mediazione tra il gruppo degli 'zingariì e i calciatori, corrotti o corruttibili, della Serie A". Rapporti che Mauri teneva utilizzando una scheda telefonica intestata alla fidanzata del "titolare di un'agenzia alla quale Mauri ed altri associati si appoggiavano per le scommesse illegali". Una scheda, commentano gli investigatori della polizia, "riservata e coperta con la finalità di eludere ogni tipo di investigazione".


Il vicecapitano biancoceleste, scrive sempre il Gip, "non sembra solo coinvolto nelle frodi sportive concernenti Lazio-Genoa e Lecce-Lazio, ma è anche colui che offre a Gegic, Ilievsky e soci una disponibilità permanente in tal senso, un punto fermo sul quale il gruppo può contare".

Calcioscommesse: indagati e arrestati

 

Come detto, i particolari relativi a Stefano Mauri sono solo gli ultimi di una lunga serie di fatti riportati dagli inquirenti di Cremona che lunedì mattina, in una lunga e dettagliata conferenza stampa, hanno spiegato quello che era un vero e proprio "sistema criminale".

Le partite sotto osservazione - Gli occhi degli inquirenti sono su Lecce-Lazio, Lazio-Genoa, Bari-Sampdoria del 23 aprile (0-1), Brescia-Lecce del 27 febbraio (2-2), Palermo-Bari del 7 maggio (2-1).

Il coinvolgimento del Siena - Una serie di match, invece, vede coinvolto il Siena calcio, "7-8 partite" ha spiegato il pm Roberto Di Martino "tutte relative al 2011" e che vedrebbero coinvolti anche i vertici del club. Ed è per questo che nel caso del Siena le perquisizioni hanno riguardato non solo i calciatori ma anche l'allora allenatore Antonio Conte e il presidente Massimo Mezzaroma, noto costruttore romano.

Prime conseguenze - Il primo a pagare sulla propria pelle il suo coinvolgimento nell'inchiesta calcioscommesse è Domenico Criscito, difensore ex Genoa e oggi dello Zenit di San Pietroburgo. Criscito era in ritiro con la nazionale a Coverciano quando è stato raggiunto dall'ordine di perquisizione. Una volta sequestrati pc e telefonino, il giocatore non è più uscito dalla sua camera. Quindi, all'ora di pranzo, dopo una riunione con i vertici della nazionale, la decisione: Criscito, in accordo con lo staff azzurro, è stato escluso dai convocati per Euro 2012. 

Gli arrestati - Il gip di Cremona, Guido Salvini, ha firmato la richiesta di custodia cautelare in carcere per Stefano Mauri, vicecapitano della Lazio; Omar Milanetto, centrocampista del Padova, ex Genoa; Cristian Bertani, attaccante della Sampdoria, ex Novara; Paolo Acerbis, portiere del Vicenza; Alessandro Pellicori, ex attaccante del Torino; Marco Turati, difensore del Modena; Matteo Gritti, portiere dei romeni del Petrolul Ploiesti; Ivan Tisci, ex centrocampista e ora direttore sportivo. E’ stato chiesto anche l’arresto del bergamasco Vittorio Gatti, autotrasportatore, amico di Filippo Carobbio e di altri calciatori, e di cinque persone che farebbero parte della “cellula” ungherese dell’organizzazione criminale dedita al taroccamento delle partite in Italia: il capo Zoltan Kenesei, Matyas Lazar, Laszlo Schultz, Istvan Borgulya e Laszlo Strasser.

Calcioscommesse. Le immagini della conferenza stampa post-arresti

Le perqusizioni - Nomi eccellenti anche tra gli indagati. Questa mattina a Torino c'è stata la perquisizione a casa di Antonio Conte. L'allenatore della Juventus è indagato per associazione a delinquere finalizzata alla frode sportiva, sulla base delle accuse del calciatore pentito Carobbio che aveva parlato di una combine tra Novara e Siena in serie B (all'epoca Conte allenava i toscani). Discorso simile per Domenico Criscito che, nel ritiro di Coverciano, ha subito un vero e proprio blitz con l'accusa di associazione a delinquere finalizzata alla frode e alla truffa sportiva.

La cellula ungherese - Ci sono anche cinque cittadini ungheresi tra i destinatari dei provvedimenti emessi dalla procura di Cremona nell'ambito della nuova tranche dell'inchiesta sul calcioscommesse. Secondo quanto ricostruito dagli investigatori della polizia, i cinque facevano parte di una 'cellula' che riferiva direttamente al boss dell'organizzazione criminale, il singaporiano Eng Tan Seet, colpito da un'ordinanza di custodia cautelare emessa lo scorso dicembre. La cellula degli ungheresi si è di fatto sostituita al gruppo degli 'zingari' - decimato dagli arresti dei mesi scorsi - per continuare nella manipolazione degli incontri dei campionati di calcio italiani. Gli investigatori hanno accertato diversi contatti tra i calciatori e gli emissari del gruppo, proprio in occasione di incontri da truccare

I primi indagati - Ancora una volta è la nota rete internazionale guidata dal latitante Tan Seet Eng, referente della mafia cinese che ha esteso i suoi tentacoli anche in Italia tramite i cosiddetti “zingari”, Ilievski e Gegic. Un’inchiesta che viene da lontano, ormai un anno fa, quando all’inizio sembrava essere più che altro un fatto locale. L’arresto del portiere della Cremonese Paoloni, accusato di avere messo un sedativo nell’acqua di suoi quattro colleghi per perdere un match. Anche a Bari e a Lecce, giocatori, “zingari” e perfino tifosi ultras sono finiti in manette per le minacce ai loro beniamini, non per vincere ma per perdere e incassare i soldi dalle scommesse. Un presidente indagato, Semeraro del Lecce, e il solito contorno di personaggi poco raccomandabili. Giovedì inizierà al Foro Italico il primo maxi-processo della giustizia sportiva dopo i deferimenti degli scorsi giorni con i primi 82 imputati. E siamo solo all’inizio.

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