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Sabato, 20 Aprile 2024
NAPOLI

Gli affari della camorra con i videopoker: 44 arresti a Napoli

Sequestrate cinque aziende e 3.200 slot machine in Campania, Lazio e Toscana. Duro colpo alla fazione dei Casalesi che fa capo alla famiglia Russo

Un'importante operazione contro la criminalità organizzata è stata messa a segno dalla Dia di Napoli che ha eseguito un'ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di 44 appartenenti ad un clan dei Casalesi che fa capo alla famiglia Russo. 

Come spiega NapoliToday, dalle indagini è emerso il coinvolgimento del clan nella gestione di slot machine e video poker. Sequestrate cinque aziende e 3.200 slot machine.

La famiglia Russo, dopo i numerosi arresti nei confronti della potente cosca dei Casalesi attiva nel Casertano, si sarebbe collocata ai vertici dell'organizzazione. 

L'inchiesta è coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Napoli. Sono state sequestrate cinque aziende operanti nel settore delle slot e dei videopoker per un valore stimato in 20 milioni di euro (3.200 le slot machine sequestrate in vari esercizi commerciali in Campania, Lazio e Toscana).

LE ACCUSE - Le accuse contestate a vario titolo sono di associazione camorristica, trasferimento fraudolento di valori, estorsione, illecita concorrenza con minaccia o violenza e riciclaggio, tutti reati aggravati dalla finalita' mafiosa.

L'ORGANIZZAZIONE - L'indagine riguarda le attività del gruppo Schiavone-Russo, indicato come il nucleo centrale dell'organizzazione, comandato da Francesco Schiavone, detto Sandokan, e da Giuseppe Russo, 'o Padrino, entrambi detenuti.

Dopo la cattura di numerosi esponenti di primo piano del clan la famiglia Russo, secondo gli inquirenti, avrebbe assunto un ruolo di vertice: Corrado (l'unico fratello libero) e Raffaele Nicola Russo sono ritenuti i reggenti del clan dei Casalesi ai quali sarebbe stato affidato il compito di riorganizzare le fila "soprattutto da un punto di vista militare", come sottolineano gli investigatori.

Gli sviluppi dell'inchiesta si fondano su intercettazioni e sulle dichiarazioni di vari collaboratori di giustizia. I Russo si erano imposti - spiegano gli inquirenti - nella gestione delle estorsioni e del controllo degli appalti, in rapporti con rappresentanti delle amministrazioni locali, e nel controllo - anche attraverso commercianti e imprenditori "compiacenti" - delle principali attività economiche.

Tra queste il monopolio di slot machine e videopoker in bar delle provincia di Caserta e in numerosi della provincia di Napoli. Un settore gestito, secondo le indagini, attraverso prestanome incensurati. (Da NapoliToday)
 

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