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Venerdì, 19 Aprile 2024
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Allarme tortura di Amnesty: "Urla che i governi non vogliono sentire"

Amnesty International denuncia: in 141 paesi la tortura è una pratica e uso in aumento nonostante la convenzione Onu. Neppure l'Italia è escusa: Diaz e Bolzaneto, Aldrovandi e Cucchi alcuni esempi

Amnesty International punta il dito contro i governi di tutto il mondo, perché nessuno può essere escluso: la tortura è una pratica portata avanti in 141 paesi sui 155 che hanno sottoscritto la convenzione Onu che la bandiva nel 1984.
Più di trent'anni da quel documento e la situazione, in realtà, è peggiorata: "La vietano per legge, la facilitano nella pratica. Doppia faccia dei governi quando si tratta della tortura" ha detto Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia, lanciando la campagna mondiale "Stop alla tortura", partita per iniziativa dell'organizzazione proprio a fronte dei dati in peggioramento.

"L'uso di pratiche di tortura è in realtà in aumento e sempre più governi tendono a giustificarla in nome della sicurezza nazionale, erodendo così i progressi fatti negli ultimi 30 anni. E' disarmante rendersi conto che, nonostante i progressi fatti da allora, 30 anni dopo ci voglia un'altra campagna di Amnesty International affinchè sia rispettata" continua Marchesi.

GUARDA IL VIDEO DELLA CAMPAGNA 'STOP ALLA TORTURA'

'OMERTA' E SEGRETEZZA' - Nel 1984 la Convenzione contro la tortura è stata ratificata da 155 paesi. Amnesty International ha svolto un monitoraggio in questi anni su 142 di essi concludendo che negli ultimi cinque anni sono stati registrati dall'associazione casi in 141 paesi ma, "vista omertà e segretezza in cui la tortura viene praticata, è probabile che il numero effettivo sia più alto" ha sottolineato Gianni Rufini, direttore generale di Amnesty International Italia.

NESSUNO ESCLUSO, NEPPURE IL BELPAESE - Il fenomeno riguarda tutti i continenti, compreso l'Europa, dove si può registrare una situazione 'meno disastrosa ma non per questo meno allarmante': "Anche qui vige la regola dell'impunità. In realtà questo è un fenomeno trasversale: in Europa ultimamente, dopo le grandi mobilitazioni contro l'austerity si sono verificati diversi casi di tortura durante e dopo questi momenti di protesta da parte delle forze dell'ordine" continua Rufini.

In effetti nel nostro Paese negli ultimi anni si possono registrare diversi casi che hanno visto la tortura come protagonista: "Partendo da quelle che è successo alla scuola Diaz e alla Caserma di Bolzaneto durante il G8 del 2001 arrivando a casi più recenti, come il Caso Aldrovandi, il caso Uva, quello di Stefano Cucchi. Sarebbero facilmente classificabili come tortura se esistesse una fattispecie di reato nel nostro codice penale - continua Marchesi - In questi giorni per l'ennesima volta la camera sta discutendo una proposta di legge. C'è un testo approvato il 5 marzo scorso che qualifica la tortura come reato specifico aggravato dall'ipotesi nel caso in cui sia commesso da pubblico ufficiale. Con questa campagna globale nel nostro Paese in particolare vogliamo fare pressione per far sì che al più presto la tortura diventi un reato specifico".

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