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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Italia

Carceri sovraffollate: "Aumentano i detenuti nonostante diminuiscano i reati"

Sono oltre 60mila i detenuti nelle carceri italiane, quasi 3mila sono donne, 418 minori; diminuiscono gli stranieri ma 233 sono monitorati con il più alto livello di attenzione per sospetta radicalizzazione islamica

Può apparire un controsenso, ma la realtà delle carceri italiane spiegata dai numeri è questa: la crescita dei detenuti presenti negli istituti di pena corrisponde ad una diminuzione costante dei reati denunciati e del numero degli ingressi in carcere dalla libertà.

Lo spiega l'osservatorio Antigone che ha presentato in Senato il rapporto sulle condizioni detentive: "Lo slogan 'devono marcire in galera' taglia alla radice ogni illusione riformatrice o progressista del carcere".

"Il 17% delle condanne comminate nel nostro paese va dai 10 ai 20 anni, a fronte di una media europea dell'11%. Il 27% dei detenuti ha una pena compresa tra i 5 e 10 anni: 9 punti percentuali in più rispetto alla media europea che è del 18%."

Calano i delitti in Italia: i dati

Nel 2017 si è assistito a un calo del 2,32% della delittuosità in Italia rispetto al 2016. Il decremento nel numero dei reati commessi si è confermato nel 2018, quando i primi nove mesi hanno visto, rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, diminuire i delitti di un ulteriore e significativo 8,3%. La tendenza decrescente nei delitti commessi continua a confermarsi anche nei primi quattro mesi del 2019 rispetto al medesimo periodo dell'anno precedente, registrando un calo del 15%.

In particolare, gli omicidi registrano una diminuzione del 12,2%, i tentati omicidi del 16,2%, le rapine del 20,9%, i furti del 15,1%, le lesioni dolose del 21,8%, le violenze sessuali addirittura del 32,1% e l'usura del 47%.

Eppure... se in Italia si delinque meno, aumentano il numero delle pene comminate dai giudici: se negli ultimi dieci anni gli omicidi sono passati da circa 600 a circa 350, gli ergastolani sono passati dai 1.408 nel 2008 ai 1.748 di oggi.

Un altro dato deve far riflettere: in dieci anni si è dimezzato il numero degli ingressi in carcere dalla libertà: un altro sintomo del malessere di un sistema che non redime chi finisce dietro le sbarre

Carceri, il rapporto Antigone

Secondo i dati del Rapporto di Antigone al 30 aprile 2019 erano 60.439 i detenuti nelle carceri italiane, e il 4,4% sono donne (2.659). Le presenze in carcere sono cresciute di 800 unità rispetto al 31 dicembre 2018 e di quasi 3.000 rispetto all’inizio dello scorso anno. Ma soprattutto ci sono oggi ben 8.000 detenuti in più rispetto a tre anni e mezzo fa e il tasso di affollamento sfiora attualmente il 120%: nel 18,8% dei casi vi sono celle dove non è rispettato il parametro dei 3 metri quadrati per detenuto, soglia considerata dalla Corte di Strasburgo minima e al di sotto della quale estremo è il rischio di trattamento inumano o degradante.

Ebbene: se il trend continuerà ad essere questo nel giro di due anni si tornerà ai numeri che costarono all'Italia la condanna dell'Unione Europea.

Antigone punta l'attenzionea anche su caso del carcere di Camerino, vuoto dal terremoto dell’ottobre del 2016, ma la cui capienza è ancora conteggiata nei posti disponibili del sistema penitenziario nazionale.

"Il tasso di affollamento può essere considerato ben più elevato".

La radicalizzazione islamica in carcere

Altro aspetto non meno importante è la radicalizzazione in cella: al 31 ottobre 2018 erano 233 i detenuti monitorati con il più alto livello di attenzione. Di questi, 171 erano detenuti comuni e 62 i ristretti nel circuito dell’Alta Sicurezza 2.

Va ricordato come secondo il rapporto di antigone sono presenti 66 imputati o condannati per reati connessi al terrorismo internazionale di matrice islamica. Si tratta di persone detenute inserite in un sotto-circuito del circuito dell’Alta Sicurezza 2, che ospita imputati e condannati per terrorismo o eversione dell’ordine democratico. 

Tuttavia di questi detenuti solo il 6% è gravato da una condanna definitiva a fronte di un 50% in attesa di primo giudizio, di un 25% di appellanti, di un 15% di ricorrenti e di un 4% con posizione giuridica mista.

Infine nel corso del 2018 sono state ritenute pericolose ed espulse a fine pena 79 persone. Nel 2017 erano state 50, circa il 37% in meno.

Diminuisce il numero di stranieri detenuti

Se cresce il numero dei detenuti, diminuisce in numeri assoluti e in percentuale quello degli stranieri in carcere: negli ultimi dieci anni sono diminuiti di oltre 1.000 unità infatti i detenuti non italiani nelle carceri. Gli stranieri erano il 34,27% al 31 dicembre 2017, il 33,9% al 31 dicembre 2018 e sono attualmente il 33,6%.

"Se nel 2003 su ogni cento stranieri residenti regolarmente in Italia l’1,16% degli stessi finiva in carcere, oggi la percentuale è scesa allo 0,36% (considerando anche gli irregolari). È la conferma di quanto -spiega Antigone- non esista alcun connubio immigrazione-criminalità".

"Un calo che riguarda in particolare le comunità, come quella rumena, che negli ultimi anni hanno avuto un processo di integrazione maggiore nel nostro paese, attraverso anche i ricongiungimenti familiari, a testimoniare che il patto di inclusione paga anche dal punto di vista della sicurezza".

Minori, sono in 418 in carcere

Ultimo capitolo quello dei minori in carcere, forma di detenzione che si conferma come misura residuale. Alla metà di aprile 2019, a fronte di 1.511 ragazzi presenti nei servizi residenziali della giustizia minorile e di 13.984 ragazzi in carico agli Uffici di servizio sociale per minorenni, solo 418 si trovavano in una delle 17 carceri minorili italiane (14 interamente maschili, una interamente femminile e due con sezioni maschili e femminili), andando a confermare quel dato oramai consolidato per il quale sono 25 anni che le presenze negli Istituti Penali per Minorenni non superano se non di pochissimo le 500 unità.

Aumentano i suicidi in carcere

Il 2018, evidenzia ancora il Rapporto di Antigone, è stato un anno nefasto per quanto riguarda inoltre i suicidi in carcere. Stando al dato raccolto da Ristretti Orizzonti sono stati 67 (il Ministero ne conteggia sei in meno), un tasso di 11,4 suicidi ogni 10.000 detenuti. 31 i morti (per cause naturali o per suicidio) in carcere dall’inizio del 2019. In alcune carceri il numero dei suicidi è stato preoccupante. A Taranto (al momento il carcere più affollato d'Italia) sono stati quattro. Quattro persone sono morte anche nel carcere di Viterbo, tre suicide e uno assassinato. In carcere ci si uccide quasi 18 volte di più che in libertà.

Ad aumentare non sono stati tuttavia solo i suicidi, ma anche gli atti di autolesionismo che nel 2018 sono stati 10.368, quasi 1.000 in più dell’anno precedente e circa 3.500 in più del 2015, quando erano stati 6.986 e i tentati suicidi: 1.197 lo scorso anno, 1.132 due anni fa, 955 nel 2015.

"Numeri che segnalano un ridotto benessere penitenziario" segnala il rapporto di Antigone secondo il quale il 28,7% dei detenuti presenti in carcere assume terapia psichiatrica sotto prescrizione medica.

Quanto costano le carceri italiani

Nel 2019 sono aumentati di circa 17 milioni di euro i fondi destinati all’Amministrazione Penitenziaria, fondi che comunque si mantengono al di sotto dei 2,9 miliardi. A beneficiare dell’aumento dei fondi l’edilizia penitenziaria: l'obiettivo arrivare ad aumentare i posti disponibili di 10 mila posti in due anni.

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