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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca Palermo

Casa di riposo degli orrori: anziani legati e bastonati. Le immagini shock

Operazione "Riposi Amari" della Guardia di Finanza a Palermo. Sei arresti. Attraverso telecamere nascoste gli investigatori hanno documentato episodi con violenze fisiche e psicologiche nei confronti degli ospiti

La Guardia di Finanza ha sequestrato una casa di riposo "lager" a Palermo. Sei le persone arrestate, in virtù di un’ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del tribunale di Palermo nei confronti di altrettante persone legate alla casa di riposo "Aurora" di via Emerico Amari 112. Tra i destinatari dell'ordinanza ci sono Maria Cristina Catalano (57 anni), già referente di alcune società fallite in passato nonché amministratrice di fatto della compagine che gestisce attualmente la casa di riposo, coadiuvata da Vincenza Bruno (35) e dalle altre dipendenti Anna Monti (53), Valeria La Barbera (28), Antonina Di Liberto (55) e Rosaria Florio (42).

Per tutte loro l'accusa è di maltrattamento ai danni degli anziani ospiti della casa di riposo da loro gestita, ma nel fascicolo della Procura la lista delle ipotesi di reato è più lunga. Dopo le prime indagini e le dichiarazioni di alcuni ex dipendenti, le Fiamme gialle del Nucleo di polizia economico-finanziaria hanno deciso di mettere sotto controllo i telefoni delle persone coinvolte. Un modo semplice per "documentare - spiegano gli investigatori - la sistematica attuazione di metodi di vessazione fisica e psicologica inflitti agli anziani costretti a vivere in uno stato di costante soggezione e paura, ingenerando uno stato di totale esasperazione fino al compimento di atti di autolesionismo".

Le intercettazioni: "Per quanto mi riguarda può morire"

E sono decine gli episodi di maltrattamento ricostruiti in poco più di due mesi di attività investigativa. "Un vero e proprio regime di vita vessatorio, mortificante ed insostenibile, fatto di continue ingiurie - spiegano ancora dalla guardia di finanza - e minacce. 'Se tu ti muovi di qua io ti rompo una gamba cosi la smetti, o zitta, muta'. 'Devi morire, devi buttare il veleno là'. 'Per quanto mi riguarda può crepare'". Questo il tenore delle frasi captate. Ma anche violenze fisiche come spintoni, calci e schiaffi, colpi di scopa. In alcuni casi i degenti sarebbero stati anche legati alla sedia per inibire loro ogni movimento.

Emblematica della crudeltà dei comportamenti degli indagati è l’affermazione registrata in occasione delle cure prestate inizialmente a una degente, poi purtroppo deceduta, e fatta da un'indagata: "Ti dico che io in altri periodi avrei aspettato che moriva perché già boccheggiava… Io lo ripeto fosse stato un altro periodo non avrei fatto niente l’avrei messa a letto e avrei aspettato. Perché era morta". Circostanze ritenute gravi dall’autorità giudiziaria, tanto da segnalare "l’urgenza di interrompere un orrore quotidiano" evidenziando "l’indole criminale e spietata degli indagati" che "impone l’adozione della misura della custodia cautelare in carcere".

casa di riposo palermo ansa2-2

Nella loro attività investigativa le Fiamme gialle hanno ricostruito un quadro complessivo di interessi definiti criminali e realizzati grazie a distrazioni patrimoniali, riciclaggio e autoriciclaggio, "potendo Catalano contare - si legge in una nota - sul contributo di soggetti ‘teste di legno’ in qualità di formali amministratori e su soggetti compiacenti, tra i quali anche un impiegato comunale, tutti indagati. Per quanto attiene ai reati fallimentari è stata dimostrata la continuità aziendale - si legge ancora - tra tre società che ininterrottamente a partire dal 1992 hanno gestito la casa di riposo Aurora. Le diverse compagini sono state asservite agli interessi criminali degli indagati facendole subentrare l’una all’altra una volta portate in stato di decozione finanziaria, accumulando complessivamente un passivo fallimentare pari a circa 1 milione di euro".

Con lo stesso provvedimento firmato dal gip del tribunale di Palermo è stato disposto il sequestro preventivo della società che gestisce l’attività assistenziale quale profitto dei delitti di bancarotta fraudolenta, riciclaggio e autoriciclaggio, nonché di una carta per il reddito di cittadinanza indebitamente ottenuta da una degli indagati.

Struttura affidata a un amministratore giudiziario

Il giudice per le indagini preliminari ha disposto infine la nomina di un amministratore giudiziario con esperienza specifica del settore al fine di assicurare la prosecuzione dell’attività con personale qualificato per fornire adeguata assistenza agli ospiti della struttura. Inoltre, in accordo con il Dipartimento di prevenzione dell’Asp di Palermo e la direzione della centrale operativa del 118, è stato predisposto un piano di accertamenti mirati alla tutela degli anziani nel rispetto e con le cautele imposte dalle norme vigenti in relazione all’emergenza epidemiologica da Covid-19.

Video | Maltrattamenti agli anziani, sei arresti in una casa di riposo: le immagini

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