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Giovedì, 25 Aprile 2024
Incidenti / Trento

Si ribalta motoslitta nella notte: strage sulle nevi del Cermis

Il bilancio del tragico incidente è di sei morti, tutti turisti russi, e due feriti gravi. Il gruppo era partito dallo Sporting Hotel per percorrere la pista nera 'Olimpia', vietata con il buio. Tra le vittime, la proprietaria dell'albergo

Tragedia sulle nevi del Cermis nella tarda serata di venerdì. Una motoslitta che trasportava un gruppo di turisti russi si è ribaltata, ha sfondato le reti di protezione ed è finita fuori pista in una scarpata.

L'incidente è avvenuto lungo la pista Olimpia, una pista nera che di notte è vietata proprio per la sua pericolosità. A causa l'incidente con tutta probabilità l'alta velocità della motoslitta.

Gli otto turisti erano partiti dal rifugio Sporting hotel sul Cermis, dove avevano noleggiato una motoslitta. Sul posto sono intervenuti il 118 Trentino Emergenza di Cavalese, la Croce Bianca di Tesero, la Croce Rossa di Moena, il Soccorso Alpino di Fiemme e i Vigili del Fuoco dei paesi della valle. I morti sono quattro uomini e due donne, tra cui ci sarebbero due minorenni.

LE VITTIME - Le vittime accertate sono sei mentre altre due persone ferite in modo grave sono state trasportate all'ospedale Santa Chiara di Trento a bordo di un elicottero militare.

C'è anche la titolare dell'hotel, anche lei russa, che aveva organizzato la gita dei turisti, tra i sei morti nella tragedia avvenuta ieri sera sul Cermis.

IL VIDEO DEI PRIMI SOCCORSI

I NOMI -  Sono tutte di nazionalità russa le sei vittime e i due feriti dell'incidente avvenuto la scorsa notte sulle pista del Cermis, in Trentino. Due gli uomini e quattro le donne, fra cui Larissa Rafilya Pshenichnaya, di 51 anni, residente a Predazzo (Trento), moglie del gestore dell'hotel Sporting Cermis, Iaroslav Iagafarov Azat, di 58 anni, ricoverato in prognosi riservata all'ospedale S.Chiara di Trento. Le altre vittime sono turisti alloggiati all'hotel Des Alpes di Cavalese: Liudmila Iudina, 48 anni e i figli Denis e Julia rispettivamente di 16 e 25 anni; Irina Kravchenko, 45 anni e Viacheslav Sleptsov, 52 anni. All'ospedale di Trento, oltre al gestore dell'albergo, è ricoverato Boris Iudin, di 47 anni. Entrambi non sono in pericolo di vita: uno è ricoverato nel reparto di ortopedia, l'altro in quello di neurochirurgia. La prognosi è di un mese.

ASSESSORE: "STRAGE PER INCOSCIENZA". "La legge è chiara. È vietato usare le motoslitte, se non per scopi di servizio, oppure per esigenze delle forze di polizia e dei forestali". A spiegarlo è l'assessore provinciale al Turismo della Provincia autonoma di Trento, Tiziano Mellarini, che proprio della sicurezza degli impianti per lo sci in Trentino ha potuto fare un vanto.

"Dire che è stata una follia è poco - ha aggiunto - e certamente è stato un gesto di totale incoscienza, se vogliamo essere benevoli. Per le normative di sicurezza noi in Trentino siamo tra i primi al mondo e quello di stanotte non è stato che un misto tra fatalità e incoscienza. Perchè la motoslitta col traino serve solo per trasportare bagagli e alimenti. Non certo persone".

Nel caso dell'incidente della notte sul Cermis sulla motoslitta invece erano in due, quelli che sono in ospedale, feriti, mentre sul carrello si erano sistemati in sei, le vittime. Ma c'è di più. Visto che le motoslitte sono adibite solo a trasporti di servizio non avrebbero certo potuto percorrere la pista, ma neppure il sentiero alternativo. Essendo in dotazione all'albergo Sporting, aveva l'autorizzazione solo per i 50 metri che servono a portare cibo e borse varie fino alla struttura ricettiva".

PISTA CHIUSA. "Non dimentichiamo - ha proseguito ancora l'assessore - che le piste hanno precisi orari di chiusura, dopo i quali non sono transitabili, se non dal personale al lavoro, quindi diventano una sorta di vero e proprio cantiere edile. Nel caso specifico la pista aveva chiuso alle 17 e i gatti delle nevi stavano lavorando. Persino loro, per sicurezza, sono assicurati con dei verricelli sulla pista 'rossà e nerà. Non per caso o per scrupolo, ma per legge".

LA 'MALEDIZIONE' DEL CERMIS - Il Cermis torna alla memoria anche per un'altra tragedia, la strage che nel 1998 causò 20 morti: erano le 15.13 del 3 febbraio 1998 quando un Grumman EA-6B Prowler, aereo militare Usa al comando del capitano Richard Ashby e con altri tre marine a bordo, tranciò le funi del tronco inferiore della funivia del Cermis. La cabina, al cui interno si trovano venti persone, precipitò da un'altezza di circa 80 metri schiantandosi al suolo dopo un volo di 7 secondi. Nella sciagura morirono 19 passeggeri e il manovratore della funivia: tre italiani, sette tedeschi, cinque belgi, due polacchi, due austriaci e un olandese.

E sempre la funivia aveva causato 42 morti il 9 marzo 1976, per il distacco di una cabina. In una delle ultime corse della giornata, alle 17:20, la fune portante dell'impianto sciistico cedette, e la cabina cadde sul fianco della montagna dopo un volo di circa 200 metri; continuando poi la propria corsa sul terreno per altri 100 metri per fermarsi in un campo d'erba. Nella caduta, il carrello superiore, del peso di circa 3 tonnellate, si infranse sulla cabina, schiacciandola. 42 persone persero la vita, tra queste 15 bambini di età compresa tra i 7 e i 15 anni e il diciottenne manovratore della cabina. A bordo c'erano 21 cittadini tedeschi, 11 italiani, 7 austriaci e un francese.

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