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Giovedì, 18 Aprile 2024
Cronaca

Cesare Battisti interrogato in carcere, il pm: “Ha ammesso i quattro omicidi”

"Ha sostenuto che era una guerra giusta", ha detto Alberto Nobili, a capo del pool antiterrorismo di Milano. Battisti, interrogato nel carcere di Oristano, si era sempre dichiarato innocente

L'ex terrorista Cesare Battisti ha "ammesso tutti gli addebiti, ossia i quattro omicidi, tra cui due di cui è stato esecutore". A renderlo noto è il procuratore di Milano, Francesco Greco. Battisti ha ammesso le sue responsabilità nell'interrogatorio condotto tra sabato e domenica nel carcere di Oristano dal pm di Milano Alberto Nobili, a capo del pool dell'antiterrorismo.

battisti carcere oristano infografica ansa-2

"Ha sostenuto che era una guerra giusta", quella portata avanti quando aveva 22 anni, ma dopo 37 anni di latitanza e l'arresto in Bolivia, Nobili ha detto che Battisti "ha chiesto scusa per il dolore che ha arrecato ai familiari". 

"La lotta armata ha impedito lo sviluppo di una rivoluzione culturale sociale e politica nata nel Sessantotto. Gli anni di piombo hanno impedito quella spinta culturale che stava nascendo in Italia". Questo, in sintesi, quanto affermato da Cesare Battisti al pm Nobili. Per il magistrato a capo del pool dell'antiterrorismo, è come "un segnale di disconoscimento di quegli anni terribili, ma non si può parlare di pentimento". L'ex terrorista Cesare Battista ha ammesso di aver sparato e ucciso due persone e di averne gambizzata una terza. In particolare, Battisti ha confessato di aver sparato alla guardia carceraria Antonio Santoro e di aver ucciso il poliziotto Andrea Campagna. Ha infine gambizzato il medico Diego Fava. Ha invece solo partecipato agli altri due omicidi di cui sta scontando l'ergastolo, ad altre due azioni per gambizzare gli obiettivi prescelti e infine a diverse rapine e furti.

Battisti, condannato in contumacia per quattro omicidi

Battisti, nato nel 1954 a Cisterna di Latina, è stato condannato in contumacia a due ergastoli in Italia per quattro omicidi avvenuti alla fine degli anni settanta, due compiuti materialmente e due in concorso con altri. Dopo la condanna a dodici anni in primo grado, Battisti – che si era sempre dichiarato innocente – era riuscito ad evadere dal carcere e a fuggire in Francia, per poi raggiungere il Messico. Tornato in Francia nel 1990, Battisti ha goduto di protezione della cosiddetta “dottrina Mitterrand”. Quando nel 2004 Parigi concesse l’estradizione, Battisti fuggì ancora una volta, riparando in Brasile dove ottenne lo status di rifugiato politico pochi anni dopo. Nel 2010 l’ex presidente brasiliano Lula non concesse l’estradizione di Battisti in Italia. Infine, l’arresto in Bolivia e il rientro in Italia lo scorso gennaio.

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