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Venerdì, 19 Aprile 2024
Crisi economica

Boom dei "Compro oro": per le famiglie la crisi è irreversibile

Una breve inchiesta del Corriere della Sera di Roma mostra come oggi le famiglie preferiscano vendere direttamente i propri "gioielli" anziché, come una volta, impegnarli al Monte di Pietà

Anche il Monte di Pietà paga la crisi. Negli ultimi quattro anni, "nonostante la recessione, non c'è stato il boom di richieste di denaro su pegno, come invece ci si sarebbe aspettato". Inizia così la breve inchiesta sul fenomeno dei "Compro oro" paragonati allo storico Monte di Pietà del Corriere della Sera nell'edizione romana.  

A confermare questo fenomeno è Franco Stramezzi, responsabile Credito su pegno di Unicredit, la che gestisce il mercato romano dei pegni di piazza del Monte di Pietà, la storica sede che fece da sfondo anche a De Sica in Ladri di biciclette: "I nostri dati non indicano una crescita piuttosto una diminuzione". La drammaticità della situazione di oggi si legge nel numero di concessioni per i Compro oro aumentate esponenzialmente. Secondo la questura le 50 licenze del 2010 sono più che raddoppiate nel 2011 e se ne sono aggiunte altre 51 nel 2012 subendo un lieve calo nel 2013. 

Lo scenario dipinto da questi dati è chiaro. Da un lato c'è da considerare il boom, anche mediatico e pubblicitario, dei Compro Oro. Dall'altro il fattore psicologico delle famiglie che preferiscono vendere i propri gioielli anziché, come una volta, impegnarli. E' l'ennesima dimostrazione di come la crisi economica sia ormai percepita come irreversibile. E allora meglio soldi "pochi, maledetti e subito" che non impegnare i propri beni con la possibilità in futuro di riscattarli.

Gli oggetti in pegno hanno scadenza a 5 o 6 mesi, e sono rinnovabili per non più di 5 volte a un basso tasso d'interesse altrimenti vanno in asta e "soltanto il 5% degli oggetti rimane non disimpegnato restando comunque del proprietario fino all'asta". 

Ma, come detto, la crisi morde e impone di monetizzare al massimo e in breve tempo. E così "un anello o un bracciale che al Monte vengono impegnati per un terzo del valore, in una gioielleria buona, che non ci fa la cresta, valgono almeno il doppio".

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