rotate-mobile
Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

Omicidio Meredith: perché l'Italia è stata condannata a risarcire Amanda Knox 

La Corte Europea dei Diritti dell'Uomo ha condannato l'Italia a risarcire la ragazza statunitense, che ha raccontato di essere stata maltrattata durante un interrogatorio avvenuto nei giorni successivi al delitto di Perugia

A quasi 12 anni dall'omicidio di Meredith Kercher arriva un nuovo colpo di scena: l'Italia è stata condannata dalla Corte Europea dei Diritti dell'Uomo al pagamento di 10.400 euro in favore di Amanda Knox come risarcimento per i danni morali, a cui vanno aggiunti altri 8mila euro per le spese legali. L'ennesima vittoria per la giovane statunitense, che in quel novembre del 2007 era finita tra i principali indiziati, insieme a Raffaele Sollecito, per l'omicidio della studentessa britannica, avvenuto in un'abitazione di Perugia. La Knox aveva sostenuto di aver subito un processo iniquo e di essere stata maltrattata durante l’interrogatorio, quindi aveva fatto ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo.

Italia condannata, Amanda Knox esulta

"E' una grandissima gioia". Questa l'esultanza di Amanda Knox, nel momento in cui ha appreso su Skype della sentenza dalle parole del suo avvocato Carlo Dalla Vedova: "Amanda 'ha esultato di gioia, insieme al suo ragazzo Chris che in quel momento era con lei. Lì erano le tre di notte, ora è andata a dormire''. Dopo il primo cenno di gioia arrivato attraverso il suo legale, la giovane americana ha commentato la decisione in suo favore della Corte europea con un lungo post sul suo blog personale: "Investigatori e inquirenti hanno sottoposto persone innocenti, Raffaele e me, a torture psicologiche e abusi fisici mentre eravamo sotto interrogatorio. Hanno contaminato le loro stesse indagini producendo falsi comunicati a porte chiuse. E poi hanno incolpato noi".

Omicidio Meredith: l'Italia condannata a risarcire Amanda Knox

La sentenza riguarda il caso che vede opposti la cittadina statunitense allo Stato italiano e che concerne la procedura con cui la giustizia italiana è arrivata a condannare la Knox per calunnia. Durante un interrogatorio avvenuto il 6 novembre 2007, la donna ha accusato Patrick Lumumba, cittadino congolese che lavorava all'epoca dei fatti in un bar di Perugia, di aver ucciso Meredith Kercher, studentessa britannica coinquilina della Knox.

Amanda Knox in tour (a pagamento) per parlare dell'omicidio di Meredith Kercher

L'uomo è stato successivamente assolto e la Knox è stata condannata a tre anni di reclusione per calunnia, ricorda la Corte. Secondo i giudici l'Italia ha violato il diritto alla difesa della studentessa statunitense durante quell'interrogatorio, anche se non ci sono prove di maltrattamenti da parte delle forze dell'ordine. 

Omicidio Meredith Kercher, le tappe del giallo di Perugia | Infophoto

"Non c'è nessuna prova dei maltrattamenti"

La violazione dell'articolo 3 della Convenzione Europea dei Diritti dell'Uomo che ha portato, tra l'altro, i giudici della Corte Europea dei Diritti dell'Uomo a condannare l'Italia a risarcire ad Amanda Knox 18.400 euro, tra danni morali e rimborso delle spese legali, è di carattere procedurale e non sostanziale: la Corte stabilisce, all'unanimità, che "non c'è alcuna prova che la Knox sia stata soggetta al trattamento inumano e degradante del quale si era lamentata".

Risarcimento Amanda Kkox: la sentenza della Corte contro l'Italia

La sentenza della Corte di Strasburgo, che è stata unanime, stabilisce che si è verificata una violazione procedurale, ma non una violazione sostanziale, dell'articolo 3 della Convenzione dei Diritti dell'Uomo (proibizione della tortura e di trattamenti inumani e degradanti) e una violazione dell'articolo 6 (diritto all'assistenza legale e all'assistenza di un interprete). La violazione dell'articolo 3 è procedurale e non sostanziale: la Corte stabilisce che "non c'è alcuna prova che la Knox sia stata soggetta al trattamento inumano e degradante del quale si era lamentata".

Meredith, la lettera della sorella a dieci anni dall'omicidio: "Guede non era solo"

La violazione procedurale riscontrata riguarda il fatto che la Knox non ha avuto il beneficio di un'indagine approfondita, in grado di appurare i fatti e le responsabilità, in seguito all'accusa da lei formulata di essere stata maltrattata durante l'interrogatorio del 6 novembre 2007, quando era nelle mani delle autorità di polizia. Malgrado le ripetute richieste, non ci sono state indagini sul supposto trattamento ricevuto dalla cittadina statunitense. Per la Corte, comunque, le autorità italiane non sono state in grado di dimostrare che la restrizione dell'accesso della Knox ad un legale, durante l'interrogatorio del 6 novembre, nel momento in cui era stata formulata un'accusa penale nei suoi confronti, non abbia irreparabilmente danneggiato la correttezza della procedura nel suo insieme.

Amanda, l'interrogatorio e la condotta dell'interprete

Per i giudici di Strasburgo, infine, le autorità italiane non hanno valutato la condotta dell'interprete, che "si concepiva come una mediatrice e aveva adottato un atteggiamento materno nei confronti della Knox", che all'epoca aveva vent'anni e non aveva una sufficiente padronanza dell'italiano, "mentre stava formulando la sua dichiarazione". Per la Corte, le autorità italiane avrebbero dovuto indagare per verificare se la condotta dell'interprete fosse stata conforme a quanto previsto dalla Convenzione dei Diritti dell'Uomo e per valutare se il comportamento dell'interprete avesse avuto o meno un impatto sul risultato del processo nei confronti della Knox. Secondo la Corte, quell'iniziale mancanza aveva pertanto avuto "ripercussioni" su altri diritti e aveva "compromesso la correttezza della procedura nel suo insieme".

L'avvocato di Amanda: "Questa sentenza è una rarità"

"Siamo molti soddisfatti della decisione della Corte che costituisce una rarità nel suo genere. E' stata affermata la violazione del diritto alla difesa della nostra assistita". Lo ha detto l'avvocato Luciano Ghirga, difensore di Amanda Knox, commentando la decisione della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo che ha condannato l'Italia per violazione dei diritti della difesa nell'ambito del processo per l'omicidio di Meredith Kercher.

Il legale di Sollecito: "Siamo soddisfatti"

"Siamo soddisfatti per la decisione presa nei confronti di Amanda ma aspettiamo di leggere il provvedimento. Ci attendiamo una pronuncia positiva anche per l'istanza che abbiamo presentato per il nostro assistito Raffaele Sollecito". A dirlo all'Adnkronos l'avvocato Luca Maori, difensore di Raffaele Sollecito commentando la decisione della Corte Europea dei diritti umani di Strasburgo che ha condannato l'Italia per violazione dei diritti della difesa di Amanda Knox.

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Omicidio Meredith: perché l'Italia è stata condannata a risarcire Amanda Knox 

Today è in caricamento