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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca Torino

"In quel bar ho ucciso la persona sbagliata": il killer confessa dopo 31 anni

Vincenzo Pavia, killer legato alla famiglia della 'ndrangheta dei Belfiore, nel 1987 sparò e uccise Roberto Rizzi, ma il bersaglio era un altro: la confessione pochi mesi fa

Il 20 maggio 1987 a Torino Vincenzo Pavia entrò in un bar, tirò fuori una pistola e sparò alla testa a un uomo, per poi fuggire in macchina. Un omicidio su commissione, la vittima indicata dal mandante del delitto. Il giorno dopo, leggendo il giornale, Pavia fece una scoperta: aveva ucciso la persona sbagliata, uno che non c'entrava niente. 

Sono passati 31 anni da quel delitto rimasto finora insoluto e solo pochi mesi fa Pavia, killer della 'ndrangheta legato alla famiglia Belfiore ed ex collaboratore di giustizia già riconosciuto responsabile di otto omicidi vent'anni fa, ha confessato di essere l'autore anche di questo. 

Ucciso in un bar a Torino, la svolta 31 anni dopo

La vittima si chiamava Roberto Rizzi. Somigliava a tal Francesco Di Gennaro, detto Franco "il Rosso", e frequentavano lo stesso bar, ma nulla aveva a che fare con quei contesti criminali, scrive La Stampa. Saverio Saffiotti, mandante dell'omicidio, lo aveva indicato a Pavia come Franco "il Rosso" e lui sparò.

Dalle dichiarazioni di Pavia sono iniziati gli accertamenti della Mobile di Torino. Gli agenti hanno studiato gli atti relativi ai numerosi omicidi avvenuti a Torino e provincia negli anni Ottanta, risalendo poi alla morte di Rizzi. 

Pavia, come ricostruisce la polizia, "faceva parte dell’organizzazione criminale dei Belfiore, che è stata diretta da Domenico Belfiore, condannato in via definitiva all’ergastolo per aver preso parte all’omicidio del procuratore della Repubblica Bruno Caccia, assassinato a Torino il 26 giugno 1983".

La 'ndrangheta a Torino

"Il ruolo di vertice della famiglia Belfiore, dopo la carcerazione di Domenico Belfiore per l’omicidio Caccia - osserva la polizia - venne di fatto assunto dal fratello Salvatore Belfiore detto 'Sasà' che trovò in Saverio Saffioti un valido complice".

Franco “il rosso”, sempre all’interno dello stesso bar, fu poi successivamente assassinato, da parte di appartenenti al gruppo Belfiore/Saffioti, il 24 agosto 1988. "Dell’omicidio - osserva la polizia - dovrà rispondere solo Pavia perché Saffioti è stato assassinato il 25 giugno 1992 per volontà del suo ex 'sodale' Salvatore Belfiore". Sono in corso ulteriori accertamenti su altri delitti rimasti insoluti in quegli anni.

Pavia, primo collaboratore di giustizia a sollevare il velo sulla 'ndrangheta nel torinese, era stato arrestato lo scorso giugno dalla Mobile con l'accusa di aver rapinato ad aprile un ufficio postale a Corso Casale, scrive La Stampa

Per 27 anni dice: "Sono innocente". Poi confessa l'omicidio un attimo prima dell'esecuzione 

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