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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Attentato di Brindisi / Brindisi

"Sono stato io a far esplodere l'ordigno"

Ecco il verbale dell'interrogatorio in cui Giovanni Vantaggiato ha confessato l'attentato di Brindisi. Il fratello: "Credo abbia fatto tutto da solo"

"E' vero. Sono stato io a collocare e far esplodere l'ordigno nei pressi della scuola Morvillo Falcone di Brindisi la mattina del 19 maggio scorso". Lo si legge nel verbale dell'interrogatorio di Giovanni Vantaggiato, il 68enne della provincia di Lecce fermato per la strage di Brindisi, nella tarda serata del 6 giugno nella Questura di Lecce.



"Ho collocato l'ordigno nella notte tra il 18 e il 19 maggio. Ho trasportato il bidone che avevo rubato a San Pietro in Lama, all'interno della Fiat Punto bianca intestata a mia moglie e separatamente, sempre all'interno della Punto le tre bombole che avevo rubato qualche tempo addietro, con tutto il materiale necessario per confezionare il meccanismo di innesco": confessa così il 68enne durante l'interrogatorio davanti agli inquirenti.

I particolari di quella notte -  "Una volta giunto a Brindisi mi sono fermato in via Palmiro Togliatti, ho scaricato il bidone e ho caricato al suo interno le tre bombole e lì ho effettuato i collegamenti".



Le parole del fratello dell'assassino - "Credo abbia fatto tutto da solo", ha detto Giuseppe Vantaggiato, fratello di Giovanni. "E' una situazione assurda, inconcepibile. Non ho avuto nessun sospetto quando ho parlato con mio fratello una decina di giorni prima del fatto scambiandoci saluti ordinari", ha aggiunto.

E alla domanda se la rabbia possa essere all'origine di un simile gesto, ha risposto: "Per quello che ne so, credo di no, anche perché io sto a casa mia e lui a casa sua".



Ipotesi mandante - Resta il fatto che nel decreto di fermo viene contemplata l'ipotesi del coinvolgimento di altre persone e di un "committente".

"Riguardo all'ipotesi della presenza di un'altra persona che potrebbe avergli detto di farlo - hanno spiegato gli inquirenti - allo stato l'unica indicazione si riferisce solo all'uso del plurale fatto più volte dal fermato nel corso dell'interrogatorio. Almeno due o tre volte." 

Vantaggiato non ha infatti indicato un movente considerabile "convincente", e potrebbe quindi essere questa la ragione del riferimento all'ipotesi di un committente, a cui potrebbe essere in realtà riferito il vero movente.

Oppure l'eventuale committente o complice potrebbe anche aver condiviso quello stato di rabbia del 68enne fermato che più volte gli inquirenti hanno sottolineato nel descrivere il suo atteggiamento.

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