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Mercoledì, 24 Aprile 2024
CRONACA

"Sono pronto a sacrificare la mia vita": Corona chiede giustizia dal carcere

Lettera dal carcere di Fabrizio Corona: "Non esco dalla cella, non vado più all'aria, non parlo. Non sono un santo, ma mi sono preso le mie responsabilità e voglio giustizia"

ROMA - Si pente, riconosce i suoi errori, ammette di non essere uno stinco di santo. Ma chiede giustizia, o almeno umanità. E si dice pronto a tutto pur di ottenerla. E' un Fabrizio Corona sempre più sull'orlo di una crisi di nervi quello che traspare da una lettera che l'ex re dei paparazzi ha scritto dal carcere di Opera, dove è recluso da marzo 2013, dopo aver già scontato un anno in cella a Busto Arsizio. 

A leggere lo scritto di Corona, che sta scontando un cumulo di pene complessive a tredici anni, è stata sua mamma - visibilmente emozionata - durante il programma "In Onda", su La7. “Che cosa mi hanno fatto? Cosa sono riusciti a farmi? Non è giusto, è allucinante, è incredibile, è schifoso. Sono quasi due settimane che non esco più dalla cella, che non dormo più, che non vado più all’aria, che non partecipo più a nessuna attività, che non parlo più con nessuno, a malapena mangio, ho lo sguardo fisso e perso nel vuoto” racconta Corona.

L'ex re dei paparazzi si pente degli errori commessi, di essere scappato in Portogallo dopo la condanna a quasi otto anni per tentata estorsione all'ex calciatore della Juve, David Trezeguet. Ma chiede un minimo di compassione. “Non sono uno stinco di santo è vero – scrive ancora -, mi sono preso le mie responsabilità” e “mi sono fatto la galera ma non sono un criminale”.

"Soltanto una settimana fa – fa sapere – mi hanno aumentato la pena in appello da 3 anni e 4 mesi a 5 anni, e condannato con un’aggravante che si dà ai criminali pericolosi”. E chiude la lettera minacciando gesti estremi. “La vita è una sola e non si può morire marcire dentro una cella costretto a non fare nulla solo perché sei antipatico o hai pestato i piedi a qualcuno troppo potente. Non mi possono anche vietare di rieducarmi. Non è giusto. E io ora dico basta. Voglio giustizia e sono pronto a sacrificare tutto. Anche la mia vita”.

Giustizia per Corona era stata chiesta anche dal direttore de "Il Fatto Quotidiano", Marco Travaglio. In un editoriale del primo agosto, dopo l'assoluzione di Silvio Berlusconi nel processo Ruby, il giornalista aveva avanzato l'idea "grazia per Corona". Un'opportunità che il fratello dell'ex paparazzo dei vip aveva colto a volo, spiegando che "molto probabilmente si finirà per chiedere la grazia per Fabrizio". 

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