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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca

Fase 2 e bambini, un piano in tre fasi: le proposte per maggio, giugno e settembre

I sindaci Antonio Decaro, Dario Nardella e Michele de Pascale, hanno partecipato in rappresentanza di tutti i sindaci ai lavori del tavolo convocato dal governo sul tema dei più piccoli e di un loro graduale ma indispensabile ritorno alla vita attiva. In tanti nei giorni scorsi si sono mobilitati per chiedere uno specifico decreto bambini

4 maggio, giugno e settembre: un piano in tre fasi temporali per scandire il futuro prossimi dei bambini. Non c'è tempo da perdere. I sindaci Antonio Decaro, Dario Nardella e Michele de Pascale, hanno partecipato in rappresentanza di tutti i sindaci, ai lavori del tavolo convocato dal governo sul tema dei bambini e di un loro graduale ma indispensabile ritorno alla vita attiva. E le proposte ora sono sul tavolo. "Per lunedì prossimo, 4 maggio, i genitori che tornano al lavoro devono poter contare su soluzioni per i loro figli che non vanno a scuola. Da giugno, i bambini devono poter frequentare i centri estivi e le altre strutture, come oratori, cortili delle scuole, ludoteche e centri famiglie. Certo, in numero contingentato e rispettando il distanziamento sociale, quindi in una proporzione di 4-5 bambini per ogni operatore. Ma dobbiamo occuparci di loro che stanno soffrendo probabilmente di più la privazione delle relazioni sociali. Infine da settembre le scuole devono poter accogliere gli studenti in aule rese compatibili con le norme di distanziamento sociale: quindi servono procedure snelle, a burocrazia zero per iniziare immediatamente i lavori di adeguamento. Infine chiediamo ulteriori risorse per dotare le famiglie meno abbienti di tablet e pc, e accordi con i gestori della telefonia perché la navigazione sulle piattaforme scolastiche sia sempre gratuita".

In tanti nei giorni scorsi si sono mobilitati per chiedere uno specifico decreto bambini: in prima fila pediatri, pedagogisti, neuropsichiatri. Le fase 2 non sembra aver preso nella dovuta considerazione le necessità dei più piccoli. Le scuole non riapriranno per altri 4 lunghissimi mesi, e senza un piano coraggioso che preveda la possibilità di fare attività, sia al chiuso con distanziamento sociale sia all'aperto, e - con tutte le precauzioni - insieme ai coetanei, i rischi per la loro salute mentale e fisica sono evidenti. In alcune regioni gli alunni delle elementari ad esempio non vedono più da due mesi e passa i loro compagni e le loro maestre, con i quali trascorrevano anche 8 ore al giorno, per 5 giorni alla settimana. Nessuno sostiene che sia semplice trovare un punto di equilibrio tra il rischio di aumentare i contagi e la limitazione dei diritti dei bambini, ma è un tema che la politica deve affrontare subito. E' già tardi, in due mesi non si è fatto nulla (ma davvero nulla) in tal senso.

Per consentire la ripresa delle attività dei bambini figli di genitori che tornano al lavoro, già dal 4 maggio, - è l'impegno che si è assunta la ministra per la Famiglia, Elena Bonetti - si lavora da subito a fissare regole certe che dispongano un numero massimo di bambini per ciascun operatore dedicato e che i gruppi siano fissi, che non cambi chi partecipa alle attività, per tenere sotto controllo il contagio. Poi a un altro pacchetto di regole si lavora per consentire la ripresa delle attività, soprattutto all'aperto, da giugno.

Secondo la ministra del Lavoro e del Welfare, Nunzia Catalfo, anche queste attività si potrebbero pagare con il voucher baby sitter. Un'idea che piace. La ministra per l'Istruzione, Lucia Azzolina, ha poi comunicato che saranno stanziati 80 milioni di euro per l'acquisto di device per i bambini delle famiglie meno abbienti e ha promesso che l'esecutivo premerà, come già hanno fatto alcuni sindaci, sui gestori delle reti internet affinché la navigazione sulle piattaforme scolastiche sia gratuita, sempre: ma non è così semplice. Impegno massimo anche per ottenere che i lavori di edilizia scolastica siano più celeri e meno vincolati alla burocrazia. Ma anche qui servono regole certe.

La politica - buoni propositi a parte - sembra per ora essersi dimenticata di loro quando si passa dalla teoria alla pratica, ma i bambini ci guardano. E vogliono risposte.

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