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Venerdì, 19 Aprile 2024

Mattia, il paziente 1 di Codogno torna a casa: il video messaggio

"Dopo 18 giorni sono tornato a fare la cosa più bella che è respirare". Il 38enne di Codogno è considerato il primo caso certo di coronavirus in Italia

"È difficile dopo questa esperienza fare un racconto di quello che mi è successo. Ricordo il ricovero in ospedale a Codogno, mi hanno raccontato che per 18 giorni sono stato in terapia intensiva per poi essere trasferito nel reparto di malattie infettive dove ho ricominciato ad avere un contatto con il mondo reale e a fare la cosa più semplice e bella che è respirare". E' il racconto di Mattia, 38 anni. Per l'Italia è il paziente uno, è lui che ha svelato involontariamente la presenza del nuovo coronavirus sul territorio nazionale. Sars-CoV-2 stava circolando in silenzio, e da allora il bilancio di casi positivi si è impennato di giorno in giorno. Oggi Mattia torna a casa dopo il lungo ricovero al Policlinico San Matteo di Pavia, l'Irccs nel quale è stato trasferito dall'ospedale di Codogno. Ospedale che, nei giorni immediatamente successivi, nel ricostruire la vicenda del giovane racconterà dell'intuizione clinica di una giovane dottoressa, l'anestesista Annalisa Malara, che forzando il protocollo decide di sottoporre il paziente 1 al tampone.

"Da questa mia esperienza - dice - le persone devono capire che è fondamentale stare in casa, la prevenzione è indispensabile per non diffondere l'infezione. Questo può significare anche allontanarsi dai propri cari e dagli amici perché non sappiamo chi può essere contagioso".

La Covid-19 gli ha portato via il padre. "Io sono stato molto fortunato - riflette - perché ho potuto essere curato. Ora potrebbero non esserci medici, personale e mezzi per salvarti la vita. Da questa malattia si può guarire. Io devo dire grazie al professore Bruno, ai rianimatori e a tutto il personale dell'ospedale di Pavia e Codogno che con la loro professionalità mi hanno permesso di tornare a vivere. Ora chiedo per favore a tutti i media di rispettare la privacy mia e quella della mia famiglia perché vorremmo proprio, piano piano dimenticare questa brutta esperienza e tornare alla nostra normalità".

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