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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Coronavirus, l'epidemia accelera: primo morto fuori dalla Cina, Pechino vieta i funerali

La Cina ha visto un brusco aumento delle morti per coronavirus mentre i casi confermati del virus sono quasi 15mila. In Italia restano due i casi confermati mentre sono stati sospesi i visti turistici per i cinesi. Riaperto invece il traffico aereo merci

Primo decesso per coronavirus al di fuori della Cina: il paziente, un cinese di 44 anni ricoverato dal 25 gennaio, è morto sabato nelle Filippine. L'uomo era il compagno della prima persona contagiata del virus nelle Filippine, una donna di 38 anni. I due, entrambi di Wuhan, erano arrivati nelle Filippine da Hong Kong il 21 gennaio.

Nei suoi ultimi giorni il paziente era stabile e ha mostrato segni di miglioramento, tuttavia le sue condizioni sono peggiorate nelle ultime 24 ore. Ora il presidente filippino Rodrigo Duterte ha decretato il divieto d'ingresso a tutti i visitatori provenienti dalla Cina continentale, Hong Kong e Macao.

Coronavirus, Pechino vieta i funerali: "Corpi cremati immediatamente"

La Cina intanto ha visto un brusco aumento delle morti per coronavirus: secondo le statistiche ufficiali il numero di decessi è salito da 259 a 305 in 24 ore. I casi confermati del virus sfiorano i 15mila (3mila contagiati verificati in più in 24 ore) con la maggior parte dei nuovi casi nell'Hubei, la provincia cinese centrale dove l'epidemia è scoppiata per la prima volta, a dicembre. 

Le autorità di Pechino hanno dato ordine di cremare immediatamente i corpi delle vittime dell'epidemia, senza consentire neppure i funerali. Disposta la quarantena per tutti coloro che sono venuti a contatto con i contagiati: "Avranno trattamento medico e vitto e alloggio gratuito".

Buone notizie per quanto riguarda le guarigioni: sono 328 i pazienti infettati dal nuovo coronavirus che, alla giornata di ieri, sono guariti e dimessi dagli ospedali cinesi.

Coronavirus, quanto durerà l'epidemia?

La diffusione del nuovo coronavirus potrebbe raggiungere il suo picco tra circa 10 giorni. A fare la previsione è lo scienziato Zhong Nanshan, lo pneumologo cinese che scoprì il coronavirus Sars nel 2003. In un'intervista con l'agenzia di stampa cinese Xinhua, Zhong si è detto convinto del fatto che il virus "raggiungerà il suo apice e successivamente non ci saranno aumenti su larga scala" della sua diffusione.

"L'epidemia della Sars durò circa 6 mesi, ma io non credo che quella del nuovo coronavirus duri così a lungo", ha affermato Zhong, le cui previsioni sono in contrasto con quelle di altri esperti, tra cui Gabriel Leung, decano della prestigiosa Scuola di medicina dell'università di Hong Kong, secondo il quale il picco sarà raggiunto tra aprile e maggio.

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In Italia restano due i casi confermati: sono i due turisti cinesi di 65 e 66 anni ricoverati a Roma ed entrambi in condizioni definite dai medici dello Spallanzani "discrete".

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Intanto è stata sospesa la concessione di visti turistici in Cina per l'Italia da parte delle agenzie autorizzate. Restano solo quelli concessi dalle nostre strutture consolari per motivi familiari o casi di conclamata e acclarata urgenza. La Farnesina ha invece riaperto il traffico aereo tra Italia e Cina, ma solo per le merci. 

Domani lunedì 3 febbraio rientreranno a Roma i 69 italiani che si trovano confinati a Wuhan, la città cinese più colpita dal coronavirus. Rsteranno per un periodo di sorveglianza sanitaria di 14 giorni in una caserma Capitolina.

Se l'emergenza sanitaria è ormai conclamata piovono polemiche sulle autorità di Pechino accusate di aver informato l'organizzaziona mondiale della sanità con settimane di ritardo. È diventato un eroe per chi a Pechino combatte contro la censura del regime un ricercatore dell'università di Wuhan, prima incarcerato per aver "diffuso false informazioni", ora riabilitato dalla corte suprema.

C'è inoltre preoccupazione tra le autorità mediche per un caso di trasmissione del nuovo coronvirus da una paziente asintomatica descritto in un articolo sul 'New England Journal of Medicine'. Si tratta di una paziente che avrebbe contagiato alcuni colleghi di lavoro in Germania prima di sviluppare i tipici sintomi della polmonite da coronavirus

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