2012 annus horribilis: giù il Pil, tasse e debito al top
La pressione fiscale record tiene sotto controllo il deficit fermo al 3% del Pil. Tre milioni di disoccupati. Giù i consumi
ROMA - Il 2012 è stato l'anno dei record economici negativi dell'Italia: debito pubblico e pressione fiscale al top, produzione di ricchezza in picchiata e disoccupazione vertiginosa.
A certificare l'annus horribilis è stata l'Istat con gli ultimi dati che individuano solo un fattore in miglioramento: quello del rapporto tra deficit pubblico e pil, sceso nel 2012 al 3% in miglioramento dello 0,8% rispetto al 2011.
Per il resto, dalla trincea dell'economia è arrivato un bollettino di guerra. Il debito pubblico è volato al 127% del Pil: si tratta del dato più alto almeno dal 1990, anno d'inizio delle serie omogenee. Il Pil, la ricchezza prodotta, è crollato del 2,4%. Il tasso di disoccupazione, sempre secondo l'Istat, è schizzato al 10,7% dall'8,4% del 2011: è il dato più alto dal 1993, inizio delle serie storiche annuali. Complessivamente si contano tre milioni di disoccupati, dei quali il 38,7% è tra i giovani.
TRE MILIONI DI DISOCCUPATI A GENNAIO
Record anche per quanto riguarda la pressione fiscale complessiva che, sempre secondo l'Istat, nel 2012 in rapporto al Pil, è salita al 44%, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 2011 (42,6%): si tratta del livello più alto almeno dal 1990, inizio delle serie omogenee.
In questo quadro, è apparso inevitabile il crollo dei consumi delle famiglie che, l'anno scorso hanno registrato, secondo i dati dell'Istat, una flessione del 4,3% dopo il +0,1% registrato nel 2011.
Il calo dei consumi delle famiglie è stato particolarmente marcato per i beni (-7%), mentre la spesa per servizi ha registrato una diminuzione dell'1,4%. In termini di funzioni di consumo, le contrazioni più accentuate hanno riguardato la spesa per vestiario e calzature (-10,2%) e quella per trasporti (-8,5%).