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Venerdì, 29 Marzo 2024
Crisi economica

Crisi, 3 milioni di persone cercano lavoro ma Bankitalia vede positivo

"Dall'inizio dell'estate sono emersi segnali di stabilizzazione". Inizia così il bollettino trimestrale della Banca d'Italia. Alla voce del lavoro, però, ecco la doccia gelata: è record di persone in cerca di occupazione

A una prima lettura sembra che finalmente si inizi a intravedere la tanto agognata luce in fondo al tunnel della crisi. Poi, leggendo bene il bollettino trimestrale della Banca d'Italia, si capisce come i toni enfatici con cui vengono salutati segni comunque negativi, ma che sono meno "meno" rispetto al passato, siano soltanto voci economiche. La traduzione reale di quei numeri, infatti, non può che far paura. 

Se da un lato Bankitalia plaude al fatto che "negli ultimi mesi, anche in virtù del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l'economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi" dall'altro non può che constatare che "il numero di persone in cerca di occupazione è stato pari a circa 3,1 milioni, il valore più elevato dal 1992".

La domanda, quindi, è ovvia: come si può parlare di luce in fondo al tunnel se fermi, bloccati nel baratro della crisi, c'è più di un italiano su dieci?

IL BOLLETTINO - Leggendo in termini generali la "trimestrale" della Banca d'Italia, emerge che "negli ultimi mesi, anche in virtù del miglioramento del ciclo economico europeo, sono emersi per l'economia italiana alcuni segnali qualitativi positivi". Tutto parte dal giudizio delle imprese "sulle condizioni per investire". Un giudizio che "è migliorato, tornando su valori prossimi a quelli precedenti la crisi dell'estate del 2011, sia nell'industria sia nei servizi". 

"MENO PESSIMISMO" - Secondo la Banca d'Italia, quindi, "dall'inizio dell'estate in Italia sono emersi segnali di stabilizzazione, anche se la congiuntura rimane debole nel confronto con il resto dell'area dell'euro e l'evoluzione nei prossimi mesi rimane incerta". Le più recenti valutazioni degli imprenditori "indicano un'attenuazione del pessimismo circa l'evoluzione del quadro economico generale". Il miglioramento della fase ciclica riflette "la ripresa delle esportazioni, cui si associano segnali piu' favorevoli per l'attività di investimento". Niente da fare, però, in termini di spesa delle famiglie, "ancora frenata dalla debolezza del reddito disponibile e dalle difficili condizioni del mercato del lavoro".

In conclusione, semaforo verde all'uscita dalla crisi: "In linea con il quadro prefigurato nel Bollettino economico dello scorso luglio" si profula "la possibilità di un'inversione di tendenza dell'attività economica entro la fine dell'anno, cui la ripresa degli investimenti fornirebbe un contributo significativo".

EMERGENZA LAVORO - Se imprese, banche, Banca d'Italia possono sorridere, chi non può far altro che (continuare a) piangere sono i cittadini senza lavoro. Nel secondo trimestre del 2013, infatti, il numero di persone in cerca di occupazione è stato pari a circa 3,1 milioni. Semplicemente "il valore più elevato dal 1992". Non è un altro studio a fornire questo dato allarmante ma sempre il bollettino di Bankitalia. 

Il dramma, quindi, continua anche se il tasso di disoccupazione, sempre nello stesso trimestre, è aumentato in misura più contenuta rispetto ai mesi precedenti, +12%, anche per effetto del calo dell'offerta di lavoro. Uno scenario inquietante, quindi, resto ancor più drammatico dal fatto che "la dinamica del tasso di disoccupazione giovanile, 15-24 anni, è rimasta sostenuta e l'indice ha raggiunto il 37,3%". Ben 3,4 punti percentuali in più rispetto a un anno prima. 

CENSIS-CONFCOMMERCIO - Nonostante Bankitalia abbia acceso la lampadina in fondo al tunnel, per le famiglie italiane la crisi diventa sempre più pesante e la ripresa stenta a decollare: le condizioni economiche, infatti, peggiorano e, dalla fine del 2012 a oggi, salgono a quasi cinque milioni le famiglie che non riescono ad arrivare a fine mese mentre il tenore di vita è peggiorato per più di 17 milioni di famiglie. 

Questo il quadro drammatico che emerge da una ricerca dell'Osservatorio Censis-Confcommercio. Le famiglie che non riescono a far fronte alle spese con il proprio reddito all'inizio di ottobre 2013 salgono a 4,7 milioni di persone, quasi il 19%, contro l'11,3% del marzo 2012. Una famiglia su quattro, poi, ha difficoltà a pagare tasse e tributi e oltre il 72%, pari a 18 milioni, ha problemi ad affrontare spese impreviste. Per questo, quasi la metà delle famiglie italiane prevede di tagliare i consumi per affrontare la crisi. E ancora: si diffonde la tendenza a posticipare alcuni pagamenti, come bollette, spese condominiali e rette scolastiche: un comportamento diffuso nel 13% delle famiglie a marzo 2012 e che ora raggiunge la quota record del 30%. Per coprire le spese, infine, sono quasi raddoppiate le famiglie che si sono rivolte alle banche per un prestito, passando dal 6% del marzo scorso all'11,5% di oggi.

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