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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Crisi economica

Natale con la crisi: come regalo il 56 per cento degli italiani chiede più lavoro

Quest'anno le tredicesime saranno spese per saldare le rate del mutuo e per pagare i conti in sospeso più che per gli acquisti. E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg

Sempre meno italiani arrivano a fine mese e a Natale le tredicesime saranno spese per saldare le rate del mutuo e per pagare i conti in sospeso più che per gli acquisti. E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg.

CRISI INFINITA - Solo il 54% degli italiani (26 milioni) segnala di riuscire a far fronte senza problemi alle spese di famiglia fino alla fine del mese (una percentuale in calo del 5% rispetto al 2012 e addirittura del 18% rispetto al 2010, quando ce la faceva il 72%). S'infoltisce il gruppo di coloro che arrivano a fatica fino alla terza settimana (il 32%, in salita del 4% sullo scorso anno) ma ci sono anche ben 6,7 milioni che confessano di farcela solo fino alla seconda (il 14%, +1% rispetto al 2012).

TREDICESIME - Il monte totale delle tredicesime degli oltre 37 milioni di italiani che la percepiscono passa quest'anno a poco più di 42 miliardi di euro, ma si evidenzia un calo della parte utilizzata per gli acquisti: saranno 21 miliardi e mezzo, 140 milioni in meno rispetto al 2012. Cresce l'utilizzo della tredicesima mensilità per pagare mutuo e conti in sospeso: a questo scopo verranno destinati 11, 8 miliardi, il 18,2% in più dello scorso anno, mentre cala la quota destinata alle spese di famiglia (14,7 miliardi, -1,5%) e crolla il risparmio, a cui andranno solo 8.8 miliardi di euro, l'11,4% in meno.

GLI ULTIMI RICCHI - A Natale solo l'1% degli italiani non baderà a spese. Mentre, con il morso della crisi sul collo, 6 italiani su 10 privilegieranno l'utilità come primo criterio di scelta per i regali. E' quanto emerge da un sondaggio Confesercenti-Swg secondo cui quasi metà dei cittadini sarà condizionato da tasse e crisi.

Nonostante le difficoltà, comunque, secondo il sondaggio, aumenta, anche se leggermente, la spesa degli italiani: il 4% (si raddoppia rispetto al 2% dell'anno scorso) dice che spenderà più del 2012. In questo caso i più guardinghi sono senz'altro gli ultrasessantenni. Ma la maggior parte, il 65%, sostiene che spenderà di meno e fra di essi ci sono molti giovani. Infine quasi un italiano su tre (il 31% in leggero aumento rispetto a 12 mesi fa) spenderà la stessa cifra del Natale passato.

LE DIFFICOLTA' ECONOMICHE - A pesare sulla spesa soprattutto la situazione economica personale, che il 24% (l'8% in più dello scorso anno) indica come fattore condizionante. Al secondo posto le tasse, indicate dal 21% (+3% su 2012). La mancanza di fondi crea preoccupazione sui prezzi per il 21% (+6% rispetto allo scorso anno) degli italiani, specialmente i più giovani, mentre i rimanenti si dividono tra incertezza sul futuro (14%), erosione del risparmio (10%) e preoccupazione per il posto del lavoro (+8%).

IL REGALO? UN LAVORO - Più opportunità di lavoro e stipendi e redditi meno gravati dal fisco. Sono questi i regali che gli italiani chiedono al governo. Secondo un sondaggio Confesercenti-Swg, 26,9 milioni ovvero il 56% indicano come priorità per il Paese la creazione di occupazione, mentre ci sono 12,9 milioni, il 27% del campione, che vorrebbero una riduzione del fisco per poter utilizzare al meglio le proprie risorse. Ed a reclamare in particolare la detassazione delle tredicesime sono gli ultrasessantenni, i pensionati.

IL 34% di italiani (ben 16,3 milioni) vorrebbe vedere diminuire l'imposizione sui redditi (Irpef), mentre il 19% vorrebbe vedere detassate le tredicesime. Quota identica a chi invece vorrebbe che fosse più leggera la prossima tassa su servizi e rifiuti, mentre il 14% e il 12% auspicano, rispettivamente, che l'IVA torni al 20% e che si fermino gli incrementi delle accise (problema che secondo il sondaggio sta a cuore soprattutto ai giovani, con evidente riferimento soprattutto ai carburanti)

SPERANZE PER IL FUTURO - Eppure, sottolinea Confesercenti, più di un italiano su due (il 54%) definisce il Natale 2013 come di speranza. Un sentimento che nasce dall'attesa per qualche segnale di ripresa nel 2014 e che vede come capofila la parte più anziana della popolazione (quasi il 70%) mentre si nota meno slancio fra i giovani ventenni (51%). Un dato, quel 54%, che risente comunque della mancanza di un clima di fiducia reale e che quindi risulta in leggero calo del 3% rispetto al pur 'terribile' 2012. La quota persa dagli ottimisti si trasferisce a chi definisce il periodo 'difficile' che raggiunge ormai il 22% e raccoglie le preoccupazioni soprattutto dei trentenni e dei quarantenni. Ma cresce anche il numero dei nostri concittadini che vorrebbe scommettere su un Natale "di rilancio", in questo caso invece ad esserne convinta è la parte più giovane della popolazione, che passa dal 4 al 7% del totale.

Per quanto riguarda le aspettative delle feste natalizie la maggioranza, il 46%, non vede variazioni (era il 40% nel 2012). Solo il 21%, soprattutto giovani, ritiene che questo sarà un Natale migliore (1% in meno rispetto al 2012) mentre cala nettamente (dal 38% al 32%)il numero di coloro, prevalentemente quarantenni, che lo ritengono peggiore. Secondo il sondaggio cresceranno gli acquisti di abbigliamento, settore che durante l'anno ha visto un pesante calo dei consumi: a Natale verranno scelti, per sé o per fare un regalo, dal 56% (+2% sul 2012) del campione intervistato.
In aumento anche gli acquisti di gioielli (+1%).

Rimane gettonatissimo e stabile il regalo alimentare (cibo o vino) scelto dall'82% del campione, così come i giocattoli (45%) e l'informatica: i prodotti tecnologici saranno acquistati dal 27% degli italiani, la stessa quota dello scorso anno. Calano invece i viaggi scelti dall'11% (-3% su 2012), i libri (acquistati dal 53%, mentre nel 2012 si era al 55%) e gli elettrodomestici (16%, era il 18%). Evidente lo scarto fra chi non percepisce la tredicesima e chi invece può contare su di essa (la tredicesima vale in termini di acquisti tre punti in più su cibo e vino salendo dall'82% fino all'85% e ben cinque punti in più per l'abbigliamento salendo dal 56% al 61%).

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