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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

DajeMarche, l’e-commerce dei negozianti per ripartire dopo il terremoto

Messo su a tempo di record da un gruppo di giovani professionisti del posto, DajeMarche dà la possibilità alle attività del territorio di vendere i propri prodotti sul web, sostenendo la ripresa dell’economia locale e valorizzando il territorio

Giovedì 3 novembre. A Tolentino, 10mila sfollati su 20mila abitanti dopo il terremoto che ha squassato le Marche, il sindaco incontra le attività commerciali e i professionisti del posto. C’è da decidere cosa fare, quale sarà il futuro di chi lavora in quella realtà. La discussione è accesa, c'è stanchezza, preccupazione, paura. Tanti prendono la parola. A un certo punto si alza anche Paolo Isabettini, che si definisce un “architetto digitale”. Ha un’idea: che fare con tutti quei prodotti fermi nei magazzini, già ordinati per il Natale, e che ora non possono essere venduti nei negozi? “Proviamo a buttare tutto su internet”, dice. Scrive un post su Facebook: “Cercasi esperti di comunicazione e marketing, social, grafici, programmatori e fotografi in zona Tolentino e provincia di Mc. Abbiamo una sfida impossibile: in 48 ore dobbiamo metter su un sito e-commerce per aiutare tutti insieme le attività colpite dal terremoto”. Il post ottiene oltre 500 condivisioni, all’appello rispondono 260 persone, tutti volontari.

E’ nato così DajeMarche, un portale di e-commerce messo su in pochissimi giorni da un gruppo di giovani professionisti del territorio capitanati da Paolo, uniti in un’associazione a supporto delle aziende e delle attività commerciali marchigiane colpite dal terremoto, grazie al quale è possibile vendere prodotti tipici e promuovere i commercianti locali con l’obiettivo di sostenere la ripresa dell’economia regionale. Su DajeMarche ci sono anche prodotti per la casa, abbigliamento, tecnologia, accessori, design. Ognuno di questi è accompagnato da un sistema di bollini di garanzia: quello verde è per i prodotti locali, il rosso per quelli messi in vendita da un'azienda o da un commerciante in forte difficoltà e appartenente alla "zona rossa", un territorio o un quartiere gravemente danneggiato dal sisma dal punto di vista socio-economico, mentre l’arancione rappresenta la cordialità di un imprenditore o di un negoziante, il quale può ospitare i clienti all'interno dell'attività, dove verranno proposti gli stessi prodotti e sconti che si trovano nello shop Daje Marche.

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Dalle oltre 260 candidature iniziali si è arrivati a formare un gruppo di 40 attivisti: tutti giovani professionisti, dalla grafica al copy, dalla programmazione alla comunicazione, che hanno trovato con questo progetto stimolo e gratificazione. Il primo passo, dopo aver registrato il dominio su internet, è stata la creazione della fanpage su Facebook, che oggi conta quasi 20mila fan e fa da megafono alle attività del portale. Il 25 novembre il sito è andato online, con più di 200 prodotti provenienti da 37 attività colpite dal terremoto e 83 aziende registrate. I primi pacchi sono già stati spediti, nelle scatole di cartone offerte dalla Sios di San Severino “al solo costo della materia prima”, annuncia DajeMarche su Facebook. C'è il logo dell’associazione, attraversato da una striscia blu: “un sismografo che si trasforma in battito cardiaco, la paura che si trasforma in emozione”.

In appena cinque giorni l’estratto conto segna quota 40mila euro. Tutti rimessi in circolo. Perché, come sottolinea Paolo parlando con Today, “non c’è nessun ricarico per il cliente, il nostro è un servizio di e-commerce completamente gratuito”. “Abbiamo già tantissime richieste e prenotazioni. E’ un mega successo”, ci dice al telefono: “Fatturiamo 400 euro all’ora”. Mentre parliamo, si sentono rumori di martello: è nel centro di Tolentino, nella zona rossa, dove oggi sorge il quartier generale di DajeMarche, dopo breve interludio in un container di 2 metri per 5. La struttura è stata concessa gratis all’associazione. “Anche questo è un segnale che vogliamo dare. Noi ci siamo, siamo venuti proprio qui”, anche se la paura del terremoto c’è sempre, anche se molti negozi sono chiusi e le attività inagibili. Le utenze (attivate in mezz’ora, un record) sono pagate dal Comune di Tolentino, sceso in campo da subito a fianco di DajeMarche. Ma c’è anche la solidarietà di chi passa a portare la merenda ai ragazzi, chi fa una donazione, chi li aiuta come può. “Tempo fa ci serviva un furgone, non lo avevamo. Come abbiamo fatto? Sono arrivati due furgoni mandati da nostri clienti. E’ stato davvero molto bello”, racconta Paolo.

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