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Venerdì, 29 Marzo 2024
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Daniele, morto in carcere in Francia: dopo tre anni (forse) un po' di giustizia

Nel 2010 Daniele Franceschi a 36 anni muore nel penitenziario di Grasse, in Costa Azzurra. Dopo tre anni a processo i vertici dell'ospedale che lo aveva preso in cura

Daniele Franceschi era un il carpentiere viareggino di 36 anni. Il 25 agosto 2010 muore misteriosamente nel carcere francese di Grasse. Il ragazzo era stato fermato dalla gendarmerie per essere in possesso di una carta di credito contraffatta che avrebbe usato in una casinò della Costa Azzurra. Così è stato rinchiuso per mesi in cella e alla sua morte (refertata per arresto cardiaco) il corpo era stato restituito ai familiari in avanzato stato di decomposizione e senza alcuni organi interni. La madre ha protestato fuori Dall'Eliseo: alcuni agenti, cercando di interromperla, le avevano rotto tre costole.

Oggi arriva un aggiornamento sul caso giudiziario che riguarda la morte del giovane: dopo averli iscritti per alcuni mesi nel registro degli indagati, il giudice istruttore Christoph Morgan, ha deciso di incriminare ufficialmente per omicidio involontario (ovvero colposo) il medico del carcere di Grasse e due infermieri. Secondo gli avvocati della famiglia di Daniele, Aldo Lasagna e Luca Frebbraro, i tre andranno a processo e forse non saranno i soli perché il magistrato francese avrebbe inquisito anche altre tre persone, probabilmente alcune guardie del carcere che avrebbero dovuto garantire la sicurezza del detenuto.

Nell'ottobre 2013 c'era stata la richiesta di giudizio per i presunti responsabili della morte del carpentiere viareggino. "Appena avremo la notizia dell'avvio del processo ci recheremo presso il consolato di Nizza, in modo da avere un supporto anche istituzionale per affrontarlo con una assistenza anche sul posto" avevano detto gli avvocati.

Proprio poco tempo fa Cira Antignano, madre di Daniele, non credendo alla tesi che attribuisce la morte del figlio all'incuria e alla negligenza del personale medico era tornata a protestare all'Eliseo. Cira parla di un diario del figlio con le pagine strappate, dove probabilmente erano state annotate le angherie subite, e di una lettera scritta poche ore prima della morte da Daniele e nascosta tra le pieghe di un maglione di lana.

Il 25 agosto 2010 (poche ore prima di morire) Daniele scriveva alla madre di sentirsi male:

"Cara ma’, oggi ho avuto un dolore alla spalla molto forte ed è una cosa che si ripete da settimane e di frequente mi è appena presa una fitta forte di dolore dalla spalla sinistra fin verso il cuore, ma stamani mi hanno fatto la radiografia e mi hanno detto che cuore e polmone sono a posto. Tra una settimana mi rifaranno le lastre, ma ho l’idea che scoprire che cosa è e che cosa sarà non è un’impresa facile. Non ho mai avuto un infarto, ma se dovessi descrivere il dolore che provo direi che è simile a un infarto. Sento crescere il dolore a poco a poco dalla spalla verso il cuore. Poco fa ho vomitato. Però non ti preoccupare, mamma, sarà una cosa passeggera".

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