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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

Daniele Nardi, la notizia più brutta: "Ricerche concluse, siamo affranti dal dolore"

Concluse le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard, i due alpinisti dispersi sul Nanga Parbat. Impossibile per ora il recupero delle salme. Il messaggio su Facebook: "Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall’inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso"

Daniele Nardi e Tom Ballard sono morti mentre tentavano di scalare la montagna pakistana del Nanga Parbat. Le operazioni di ricerca sulla parete Diamir della montagna sono state dichiarate concluse, tutto il materiale - effetti personali, attrezzatura e computer portatili - è stato recuperato dal campo base per essere recapitato alle famiglie. L'alpinista di Sezze (Latina), 42 anni, era disperso dal 24 febbraio scorso insieme al britannico Tom Ballard, 30 anni.

I due ragazzi erano impegnati nella scalata invernale del Nanga Parbat, montagna pakistana di 8126 metri. Dopo giorni di ricerche, i loro corpi sono stati avvistati con un telescopio. Non si sa come siano morti, ma sulla parete erano state avvistate le tracce di diverse valanghe.

Il testamento morale di Daniele Nardi

Questo il testo del post pubblicato su Facebook dallo staff di Daniele Nardi: "Siamo affranti dal dolore; vi comunichiamo che le ricerche di Daniele e Tom sono concluse. Una parte di loro rimarrà per sempre al Nanga Parbat. Il dolore è forte; davanti a fatti oggettivi e, dopo aver fatto tutto il possibile per le ricerche, dobbiamo accettare l'accaduto. Ringraziamo Alex, Ali, Rahmat e tutta la squadra di soccorso, le autorità pakistane e italiane, i giornalisti, gli sponsor, tutti gli amici che hanno dimostrato tanta collaborazione e generosità. La famiglia ricorda Tom come competente e coraggioso amico di Daniele. A lui va il nostro pensiero".

Daniele Nardi e Tom Ballard sono morti: ricerche concluse sul Nanga Parbat

"Daniele rimarrà un marito, un padre, un figlio, un fratello e un amico perso per un ideale che, fin dall'inizio, abbiamo accettato, rispettato e condiviso. Ci piace ricordarti come sei veramente: amante della vita e delle avventure, scrupoloso, coraggioso, leale, attento ai dettagli e sempre presente nei momenti di bisogno. Ma soprattutto ci piace ricordarti con le tue parole: "mi piacerebbe essere ricordato come un ragazzo che ha provato a fare una cosa incredibile, impossibile, che però non si è arreso e se non dovessi tornare il messaggio che arriva a mio figlio sia questo: non fermarti non arrenderti, datti da fare perché il mondo ha bisogno di persone migliori che facciano sì che la pace sia una realtà e non soltanto un'idea…vale la pena farlo".

"Con grande dolore informo che le ricerche di Daniele Nardi e Tom Ballard sono terminate avendo Alex Txikon e i soccorritori confermato che le sagome individuate a circa 5.900 metri sono quelle di Daniele e Tom": questo il post su Twitter di Stefano Pontecorvo, ambasciatore italiano in Pakistan, che conferma la chiusura delle ricerche dei due alpinisti dispersi dal 24 febbraio scorso.



Il Nanga Pàrbat (8126 metri) è la nona montagna più alta della Terra, ma insieme al K2 è considerata una delle più difficili da scalare ed è il secondo ottomila (dopo l'Annapurna) per indice di mortalità. La prima ascensione risale al 1953, ma fino al 2016 la vetta del Nanga è rimasta inviolata in inverno. La prima ascensione invernale è stata portata a termine da una spedizione composta dall'italiano Simone Moro, dallo spagnolo Alex Txikon e dal pakistano Ali Sadpara. I tre hanno raggiunto la vetta il 26 febbraio del 2016. L’anno scorso il polacco Tomek Mackiewicz e l’alpinista francese Elisabeth Revol hanno bissato l’impresa, ma la spedizione è costata la vita a Mackiewicz che dal Nanga non è mai più tornato.

I tentativi di Daniele Nardi sul Nanga Parbat

Nardi ha tentato più volte di scalare il Nanga Parbat. La sua ambizione era quella di passare per lo sperone Mummery, ma nel 2015 insieme ad Alex Txikon e ad Ali Sadpara tentò di arrivare in vetta anche dalla via normale. I tre alpinisti riuscirono ad arrivare a soli 300 metri dalla vetta, ma a causa di un errore di orientamento furono stati costretti a tornare indietro al C4. Il mal di montagna che colpì Sadpara sancì poi la fine della spedizione.

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