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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Dj Fabo, la Procura: "Assolvere Cappato, ha rispettato la sua volontà di morire"

L’esponente dei Radicali è imputato a Milano per aver accompagnato Fabiano Antoniani in una clinica svizzera. I pm: "Non ha avuto alcun ruolo nella fase esecutiva e non ha nemmeno rafforzato la sua volontà di morire"

Assolvere Marco Cappato dall'accusa di agevolazione al suicidio "perchè il fatto non sussiste". E' la richiesta presentata dal pm di Milano, Tiziana Siciliano, ai giudici della Corte d'Assise nel processo che vede l’esponente dei Radicali imputato con l’accusa di aiuto al suicidio per aver accompagnato il quarantenne milanese Fabiano Antoniani, conosciuto come Dj Fabo, dall’Italia alla Svizzera dove ha poi ottenuto il suicidio assistito. 

La Procura ha anche chiesto, in subordine, l'invio degli atti del processo sulla morte di Dj Fabo alla Corte Costituzionale per sollevare una questione di illegittimità costituzionale sull’articolo 580 del codice penale che prevede, appunto, il reato di aiuto al suicidio.

In aula il pm ha spiegato che il reato di aiuto al suicidio contrasta con il principio della dignità della vita, sancito dalla Carta Europea dei Diritti dell’Uomo e al centro di numerose sentenze della Cedu. "Sulla questione del dubbio se ci sia stata agevolazione al suicidio, cerchiamo di capire che cosa sia suicidio e come nasce l'articolo 580", ha detto in aula Siciliano, sottolineando che prima dell'incidente Dj Fabo "conduceva una vita meravigliosa, fatta di possibilità e poi si è ridotta a una serie di gangli di dolore, privato della possibilità di desiderare. Viene da dire, 'se questo è un uomo'". 

"La Costituzione repubblicana - ha spiegato ancora il pm - ci ha abituati a credere che un uomo è un pieno fruitore di tutti i diritti della personalità. Dignità è poter essere uomo. Ma come può esserci dignità se non c'è la libertà di esercitarla?".

"Nessun ruolo esecutivo nel suicidio di Dj Fabo" 

"Cappato - ha poi sottolineato in aula la collega Sara Arduini - non ha avuto alcun ruolo nella fase esecutiva del suicidio assistito di Fabiano Antoniani e non ha nemmeno rafforzato la sua volontà di morire". D'altra parte Fabiano aveva più volte espresso la volontà di morire e Cappato "non ha in alcun modo rafforzato il proposito suicidiario di Fabo ma lo ha solo rispettato. Anzi lo ha addirittura ritardato cercando di coinvolgerlo nella sua lotta politica per tentare di dargli una nuova prospettiva di vita".

Già nella richiesta di archiviazione, poi respinta dal gip Luigi Gargiulo, i magistrati milanesi avevano fatto riferimento al "principio della dignità umana" che nel caso di Dj Fabo impone l’attribuzione "di un vero e proprio ‘diritto al suicidio". 

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