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Venerdì, 26 Aprile 2024
Cronaca

Donare il corpo alla scienza dopo la morte: c'è il primo ok del Senato

Un tema di cui non si parla molto: ma per i chirurghi che devono fare pratica è fondamentale. La Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama ha approvato all'unanimità il disegno di legge che norma la donazione del proprio corpo alla scienza dopo la morte, a fini di studio

Un primo passo, solo un primo passo, ma molto importante. La Commissione Igiene e Sanità di Palazzo Madama ha approvato all'unanimità il disegno di legge che norma la donazione del proprio corpo alla scienza dopo la morte, a fini di studio. Lo annuncia, in una nota, il senatore del Movimento 5 Stelle, Pierpaolo Sileri, presidente della Commissione e primo firmatario del ddl.

"Sono veramente soddisfatto dei lavori portati avanti dalla Commissione - ha commentato - e ringrazio tutti per l'impegno, abbiamo votato insieme un provvedimento veramente importante per i medici e per la ricerca. Mi auguro che l'iter in Aula possa essere rapido. Regolamentare la pratica della dissezione dei cadaveri a fini di studio, di ricerca scientifica e di formazione è indispensabile per tutta la medicina e principalmente per l'esercizio della chirurgia. Per gli studenti, infatti, è davvero fondamentale fare pratica di dissezione, soprattutto per quanto concerne lo studio dell'anatomia".

"Ma non solo: donare il proprio corpo 'post mortem' - aggiunge Sileri - consentirebbe anche di non sperimentare più sul vivente, di non sperimentare più sugli animali, che vengono a volte uccisi appositamente, e di avere chirurghi più bravi perché il cadavere è anatomia umana, non di un'altra specie. Colmiamo un vuoto normativo e diamo una possibilità a tutti quelli che hanno sempre dato una mano alla scienza di fare molto di più".

A febbraio in consiglio regionale della Lombardia due emendamenti di Michele Usuelli (+Europa) sul medesima tema erano stati approvati da tutti i consiglieri eccetto quelli del Movimento 5 Stelle: in quell'occasione il voto contrario pentastellato sorprese tutti. 

Donare il proprio cadavere alla scienza: ora la scelta è più facile (ma se ne parla pochissimo) 

Perché donare il proprio corpo alla scienza dopo la morte

Donare alla scienza il proprio cadavere permette, secondo coloro che da tempo sostengono tale impostazione, di evitare di importare cadaveri dall'estero come accade oggi per consentire agli studenti di Medicina di esercitarsi. La legge italiana fino a oggi non vieta esplicitamente di "destinare" il proprio corpo, o parte di esso, a finalità di ricerca e studio, né di donare alla scienza parti anatomiche amputate e/o che hanno subìto di interventi chirurgici, ma il vuoto normativo era evidente. Nel nostro Paese ci sono laboratori a pagamento, rivolti a specialisti, che importano cadaveri dagli Stati Uniti

Centinaia di cadaveri "donati alla scienza" ammassati nelle cantine dell'università 

La donazione del corpo umano per la scienza permette ai giovani chirurghi di fare pratica e a quelli già esperti di sperimentare nuove tecniche ed esercitarsi in caso di interventi molto complessi. Riducendo il rischio di errori.

"Se dono il corpo, avrò lo stesso una tomba?", si domanda qualcuno. Come spiegava l’Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) in una guida sul tema di qualche tempo fa, ci sono due tipi di donatori: quelli che decidono di lasciare il proprio corpo alla ricerca e non vogliono più saperne nulla, e quelli che chiedono che il corpo venga poi riconsegnato ai familiari. In quest'ultimo caso, il funerale si svolge regolarmente e dopo il corpo viene portato in un centro dove resta per qualche settimana o mese. Quindi viene ricomposto e portato definitivamente al cimitero. 
 

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