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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Catania

Bimbo di 6 anni usato come "cavallo" per lo spaccio di droga

L’organizzazione, che operava nel catanese, godeva di un'ampia disponibilità di pusher e prevedeva, in caso di arresto, una "paga" di 100 euro a settimana per l'arrestato. Tra gli spacciatori, anche un bambino di 6 anni, figlio della compagna di uno degli indagati

Il comando provinciale di Catania ha smantellato un'articolatissima piazza di spaccio che avveniva a Librino, in un'operazione che ha visto coinvolti circa 200 militari e gli agenti dei reparti specializzati, portando all'arresto di 36 persone. Tra gli spacciatori, anche un bambino di 6 anni che faceva da tramite con i vari clienti. Forse convinto fosse un gioco, aiutava il convivente della sua mamma, pusher di professione, a smerciare marijuana e cocaina, al civico 3 di viale Biagio Pecorino. Una piazza, quella individuata, gestita da Saro Lombardo, ritenuto il boss della cosca Santapaola, conosciuto con il nomignolo di Saro "u grosso", che stava scontando, prima ai domiciliari nel quartiere e poi lontano da Catania, ma sempre a casa due condanne a 20 anni per mafia. L’organizzazione godeva di un'ampia disponibilità di pusher e prevedeva, in caso di arresto, una "paga" di 100 euro a settimana per l'arrestato con l'impegno a tornare a "lavoro" una volta finito il periodo di detenzione.
 
L'ordinanza di custodia cautelare emessa dal Gip presso il Tribunale di Catania è scattata nei confronti di ben 36 soggetti indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico ed allo spaccio di sostanze stupefacenti.

L’indagine, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia e condotta dai carabinieri di Fontanarossa, nel periodo gennaio - luglio 2016, trae origine da servizi di osservazione a distanza, servizi di intercettazione e riscontri su strada che hanno permesso di accertare la frenetica attività di una florida piazza di spaccio di sostanze stupefacenti nel quartiere Librino, all’interno del complesso residenziale di viale Biagio Pecorino n. 3.

La struttura della "piazza di spaccio"

Il sodalizio era strutturato secondo un’organizzazione di tipo piramidale i cui componenti ricoprivano ruoli precisi. La rapida successione delle cessioni veniva ripetuta sino a 200 volte al giorno e non conosceva sosta, se non nelle prime ore del mattino, garantendo una costante vendita al dettaglio di sostanze stupefacenti durante l’intero arco della giornata. Per garantire maggiore sicurezza alla rete di spacciatori, oltre al collaudato impianto di tre vedette presenti nell’area, l’acquirente doveva prima contattare un pusher che, ricevuta la richiesta, si recava dal custode dello stupefacente il quale, da posizione sopraelevata, con l’ausilio di una corda, forniva la droga richiesta al pusher (anche per evitare che eventuali interventi di polizia potessero portate al sequestro di ingenti quantitativi di stupefacente con conseguente grave danno per l’organizzazione).

L’organizzazione godeva di ampia disponibilità di pusher tanto che in occasione degli arresti (25 arresti dall’inizio dell’attività), il pusher veniva subito sostituito e dopo 10 minuti la piazza riprendeva l’attività. L’esecuzione dell’odierna ordinanza ha condotto alla totale disarticolazione dell’organizzazione che gestiva la piazza di spaccio del viale Biagio Pecorino, primaria fonte di reddito per il gruppo riconducibile a Saro Lombardo e oggi, di fatto, cancellata dalla mappa delle aree di spaccio del quartiere Librino di Catania.

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