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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Firenze

Duccio, travolto e ucciso mentre andava a lavoro: chieste condanne per i 7 imputati

Pene dai 9 ai 22 anni per gli imputati al processo per la morte di Duccio Dini: è la richiesta del sostituto procuratore. Il ragazzo era fermo ad un semaforo, a Firenze, quando fu travolto da una Volvo impegnata in un inseguimento ad alta velocità

Quel giorno, quella maledetta domenica, Duccio Dini stava andando a lavoro ed era fermo sul suo scooter al semaforo rosso fra viale Canova e via Simone Martini, a Firenze. Fu travolto e ucciso da un'auto impegnata in un inseguimento ad alta velocità tra membri di famiglie rom del campo del Poderaccio, scaturito da una lite tra parenti nel parcheggio di un supermercato di viale Canova. Era il 10 giugno 2018 e Duccio Dini, fiorentino, aveva 29 anni. Trasportato in coma all'ospedale di Careggi, morì qualche ora più tardi.

Il processo per l'omicidio di Duccio Dini: le richieste di condanna per gli imputati

Oggi il sostituto procuratore Tommaso Coletta, nel corso del processo davanti alla Corte di Assise di Firenze per l'uccisione del giovane, ha chiesto le condanne per tutti i sette imputati, con pene dai nove ai ventidue anni, con l'accusa di omicidio volontario con dolo eventuale. Nel dettaglio, il pm ha chiesto ventidue anni di reclusione per Kjamuran Amet, ventuno anni e sei mesi per Remzi Amet, Remzi Mustafa, Dehran Mustafa e Antonio Mustafa, nove anni per Kole Amet ed Emin Gani.

Secondo quanto ricostruito nel corso delle indagini, furono quattro le auto coinvolte e lanciate a cento chilometri all'ora, secondo i rilievi della polizia municipale: una Lancia Libra guidata da Antonio Mustafa; una Volvo su cui viaggiavano Remzi Amet, Remzi Mustafa, Kjamuran Amet e Dehran Mustafa; una Opel Vivaro a bordo della quale si trovavano Emin Gani e Kole Amet. Le auto inseguivano la Opel Zafira di Bajram Rufat, 43 anni, sposato con la figlia di Remzi Amet, ed erano riuscite più volte a speronarla finché l'utilitaria, ormai senza controllo, si era schiantata contro un palo e poi contro un albero, incendiandosi. Mentre Bajram Rufat, ferito, riusciva a mettersi in salvo, la Volvo sbandava, urtava un'auto in transito e si schiantava contro il motorino di Duccio Dini.

Il pm: "Duccio Dini vittima incolpevole di una incultura rom"

In uno dei passaggi della requisitoria, il pm Coletta ha sostenuto che Duccio Dini "fu vittima incolpevole di una incultura rom", basata "su un senso troppo forte della famiglia e su un atteggiamento di spregio verso la figura femminile". Poi, rivolgendosi alla corte, il pm ha aggiunto: "Andate a sentenza non per vendicarlo".

Coletta ha chiesto, infine, anche la confisca delle auto coinvolte nell'inseguimento e la trasmissione degli atti alla procura per falsa testimonianza riguardo a un altro soggetto, accusato di aver affermato falsamente in aula di aver accompagnato Renzi Amet sul luogo dell'incidente, sostenendo dunque che l'uomo non fosse stato coinvolto nell'inseguimento.

Il processo sull'omicidio di Duccio Dini si sta svolgendo nell'aula bunker di via Paolieri a Firenze e proseguirà con le arringhe difensive ed eventuali repliche e controrepliche. La sentenza è attesa tra circa un mese.

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