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Giovedì, 25 Aprile 2024
Proteste

Eataly, la denuncia dei lavoratori: "Paghe da fame"

Sono tanti e sparsi per i megastore in Italia: Roma, Bologna, Firenze, Bari. Tutti con due cose in comune: sono i "precari" di Farinetti e prendono 800 euro al mese

"Quando creo lavoro godo: quando vedi gli occhi di un giovane che non ha lavoro e lo trova non è la fine del mondo?": il pensiero di Oscar Farinetti, patron di Eataly, sembra quello di un imprenditore filantropo e lungimirante. Ma bisognerebbe chiedergli cosa prova quando il contratto ai dipendenti dei suoi megastore sparsi per lo Stivale non viene rinnovato. Lui, che aveva definito l'imprenditore che non stabilizza i precari un "bastardo". La stessa domanda andrebbe fatta anche al ministro del lavoro Giuliano Poletti e a Matteo Renzi, primo sostenitore del Jobs Act, che aveva proposto a Oscar un ministero nel suo esecutivo.

FIRENZE - Nella città del premier, Firenze, Eataly ha assunto all'apertura del nuovo megastore (14 dicembre 2013) ben 120 persone e all'oggi il personale risulta la metà. Ma non era un'azienda in crescita, in espansione e dai grandi fatturati? In più i mancati rinnovi dei contratti non sono stati comunicati ai diretti interessati. A spiegarlo gli stessi lavoratori che hanno dato vita alla loro protesta sabato 30 e domenica 31 agosto:

Purtroppo alle continue richieste l'azienda ha sempre risposto freddamente e duramente, rifiutandosi non solo di convocare un'assemblea aperta a tutte e tutti i dipendenti così da avere risposte sul nostro futuro e, magari, potere anche dire la nostra, ma per di più la notizia del mancato rinnovo ci è stata fatta pervenire tramite i responsabili di reparto. Quale serietà dimostra la dirigenza di Eataly rifiutandosi di incontrare i dipendenti che decide di licenziare?

Quasi sempre assunti tramite agenzia interinale, 800 euro al mese, 40 ore settimanali, più o meno 8 euro lordi l'ora. A raccontarcelo direttamente uno dei lavoratori che hanno organizzato lo sciopero, insieme al sindacato Cobas lavoro privato:

Solo alla domenica si sanno quali saranno i turni della settimana successiva. Se hai un contratto a 26 ore ne lavori una trentina, ma le ore in più non sono pagate come straordinario, perché la nostra disponibilità per l'azienda deve essere da lunedì a domenica, dalle zero alle 24.

C'è chi ovviamente si è lamentato di tutto ciò e non ha avuto paura ad andare dai propri superiori:

Dopo che l'ho fatto mi hanno chiamato dall'agenzia interinale e mi hanno detto di stare calmo: Eataly è una grande azienda, Firenze una città piccola. Parlando troppo correvo il rischio di non trovare più lavoro nella mia città

Purtroppo la città del premier non è la prima dove i lavoratori di Oscar si sono lamentati.

Firenze: protesta lavoratori Eataly | Foto da FirenzeToday

BOLOGNA - A Bologna Farinetti ha in programma il F.I.Co (Fabbrica Italiana Contadina), una vera e propria "Disneyworld del cibo", con l'appoggio e l'entusiasmo di Coop e Comune. Poco tempo fa è stato organizzato uno sciopero dai lavoratori dello store del centro della città. In un'intervista a una testata locale uno di loro raccontava la sua esperienza, definendosi un "lavoratore usa e getta":

Ci sono stati casi in cui il lavoratore è venuto a sapere del suo mancato rinnovo con un semplice foglio di carta, non vedendo più il suo nome nei turni della settimana successiva alla scadenza del suo contratto.

Anche a lui il contratto non è stato rinnovato e se deve darsi una spiegazione non crede che il suo sia stato un caso isolato:

Ho saputo di lavoratori nello store di Roma mandati a casa con scusanti simili alle mie e vicini all'età per cui l'azienda non può più fare contratti di apprendistato (30 anni, ndr). Non si può pensare che non sia una politica consapevole dell'azienda, che nella realtà quotidiana agisce con queste modalità, mentre si mostra agli occhi dell'opinione pubblica come il volto buono del capitalismo che permette ai giovani di progettare una vita o potersi semplicemente sentire stabili.

ROMA - Nella Capitale in effetti il "modello Eataly" risulta essere lo stesso e non c'è molta differenza per quel che riguarda condizioni contrattuali, turnazione, orari: sempre di 800 euro al mese si tratta. Per questo i movimenti sociali che stanno portando avanti la protesta contro il Jobs Act si erano dati appuntamento davanti alle porte del megastore di Roma Ostiense.

protesta-eataly-primo-maggio-2

BARI - Infine Farinetti ha litigato con i sindacati di Bari che avevano scoperto 160 lavoratori assunti con contratti interinali al megastore pugliese. Avendo sempre in mente innovazione e buon cibo Oscar rispose dicendo che "i sindacati sono medievali" e aggiunse che non avrebbe partecipato al "tavolo del cavolo" della trattativa.

In effetti sui numeri dei 'precari' c'è un po' di confusione, dovuta anche ai continui cambiamenti legislativi che le norme sul lavoro hanno subito negli ultimi anni. Eataly deroga al limite i contratti a tempo determinato, che secondo la legge Biagi del 2001 dovrebbero essere al massimo dell'8% del personale. Con la legge Fornero e la riforma Jobs Act questo limite si alza, con spesso l'appoggio delle amministrazioni locali, che così possono dimostrare che sul proprio territorio sono stati creati nuovi posti di lavoro.

Al megastore di Bari i lavoratori sono stati regolarizzati e le proteste, portate avanti dalla Filcams-Cgil, si sono placate. Intanto lo spazio espositivo di Eataly alla Fiera del Levante è passato da temporaneo a permanente. Ma guardando bene i numeri si scopre che 100 dei 163 lavoratori del megastore sono apprendisti o a tempo determinato. Difficile definirli davvero "stabilizzati".


IL MANIFESTO DELL'AZIENDA - Sul sito ufficiale dell'azienda è possibile consultare il "Manifesto dell'Armonia" che detta alcune linee guida teoriche della filosofia aziendale. Al punto due si legge: "Il primo modo per stare in armonia con le persone è saper ascoltare cercando spunti per cambiare o migliorare le proprie idee". Al punto sette invece si affronta il tema "denaro": "Il denaro può allontanare dall'armonia. Bisogna avere sempre ben presente che il denaro è un mezzo e non un fine". Il punto nove invece definisce i confini della filantropia aziendale: "L'armonia con le cose si ottiene ben sapendo che le cose sono di gran lunga meno importanti delle persone". Quello forse più interessante però è il punto sei:

Bisogna avere tenacia, mai arrendersi. Essere inguaribili ricercatori di armonia. Si arrenderanno prima i nostri oppositori

Chissà se patron Oscar sta aspettando la resa di quei "medievali" dei "sindacati".

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