Caso Elena Ceste, un mitomane inventa chat con lei per andare ospite in tv
Aveva già preso contatti con un programma, ma i carabinieri hanno scoperto che le convesazioni in realtà erano state falsificate e non avevano nulla a che fare con il caso
Chat, messaggi, telefonate. Si era inventato un'inesistente corrispondenza con Elena Ceste per poter avere il suo quarto d'ora di celebrità ed essere invitato come ospite nei talk show che da settimane discutono sul caso della donna trovata morta lo scorso ottobre dopo essere scomparsa nel gennaio 2014 dalla sua casa di Costigliole D'Asti.
Vito R., 38enne impresario edile del savonese, originario di Nola di Bari, ha telefonato ai carabinieri per avvertire di avere importanti rivelazioni sul caso Ceste. Convocato immediatamente, l'uomo ha raccontato di aver raccolto le confidenze della donna, presentatasi come Elena, madre di quattro figli e moglie insoddisfatta di un vigile del fuoco. Conversazioni in chat datate settembre 2013, pochi mesi prima della scomparsa di Elena Ceste.
Ma le indagini informatiche dei carabinieri hanno svelato tutt'altro. Gli inquirenti hanno scoperto che la schermata originale della chat è stata realizzata, e quindi contraffatta, di recente: il primo ottobre scorso, e non invece oltre un anno fa. Messo alle strette, l'imprenditore ha ammesso di essersi inventato tutto e di averlo fatto per poter avere un po' di notorietà.
Era depresso, avrebbe voluto apparire in tv , in una delle tante trasmissioni che si stanno occupando del caso Ceste, e ha detto di essere già in contatto con una di queste.
Ora è indagato per false comunicazioni al pm e falsificazione del contenuto di comunicazioni informatiche.
Ma Vito R. non è l'unico mitomane che ha cercato di farsi notare. Sono "oltre duecento, compresi sensitivi e veggenti", hanno spiegato a La Stampa i carabinieri dell'unità speciale che da mesi segue il caso.
