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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Palermo

Sciolsero un bambino nell'acido: ergastolo per due capimafia

La Cassazione conferma il carcere a vita per i due mafiosi Graviano e Benigno. Sono accusati del sequestro e dell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, figlio 13enne del pentito Santino, inizialmente rapito nel tentativo di far tornare il padre sui suoi passi

PALERMO - La Cassazione ha confermato il carcere a vita per i boss mafiosi di Brancaccio Giuseppe Graviano e Salvatore Benigno. Sono accusati del sequestro e dell'uccisione del piccolo Giuseppe Di Matteo, rapito il 23 novembre 1993 e strangolato e sciolto nell'acido dopo 779 giorni di agonia, l'11 gennaio 1996.

Si tratta del figlio 15enne del pentito Santino di Matteo. Diventano dunque definitive le condanne all'ergastolo. Il piccolo Di Matteo aveva 13 anni quando fu rapito nel tentativo di far tornare il padre sui suoi passi.

La Corte di Cassazione ha confermato ieri sera le condanne a vita emesse un anno fa dalla Corte d'assise d'appello di Palermo.

Gli esecutori materiali del delitto furono Vincenzo Chiodo, Enzo Brusca e Giuseppe Monticciolo, come ammesso dagli stessi ex "picciotti" oggi collaboratori di giustizia. Per l'omicidio del piccolo Giuseppe, oltre che Giovanni Brusca, sono stati condannati all'ergastolo i boss Leoluca Bagarella e Gaspare Spatuzza. N

el marzo del 2013 furono condannati in appello anche Luigi Giacalone, Francesco Giuliano e il boss latitante trapanese Matteo Messina Denaro. Ma solo Graviano e Benigno hanno fatto ricorso alla Cassazione.

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