rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca Catania

Etna e tsunami, perché l'allarme sul vulcano è solo sensazionalismo

L’Etna sta scivolando verso il mare collassando su se stesso: le osservazioni di un gruppo di scienziati pubblicate su Science Advances hanno rilanciato l'allarme su un fenomeno già noto e che - spiegano dall'Ingv - ha probabilità non quantificabili perché bassissime

L'Etna ogni anno scivola di 2 o 3 centimetri verso il mar Ionio: un fenomeno osservato già da tempo, ma le osservazioni di un gruppo di scienziati pubblicate su Science Advances hanno dato il via ad un vero e proprio allarme per il rischio tsunami.

L’Etna sta collassando su se stesso

Cinque sensori subacquei installati da un gruppo di ricercatori dell'istituto tedesco Geomar, hanno monitorato il fondale marino lungo la costa ionica tra l’aprile 2016 e il luglio 2017.

"I risultati dicono che per la maggior parte del periodo di 15 mesi non è accaduto nulla, ma in otto giorni del maggio 2017 il fianco sudorientale dell’Etna si è mosso improvvisamente di 4 centimetri verso est" una grandezza significativa nel campo della geologia.

Ma l'instabilità del settore sud-orientale dell'Etna è un fenomeno ormai noto dagli anni Ottanta. Il sistema di faglie e fratture evidenziando una generale fragilità dell'intera area che sarebbe anche la causa sia dei frequenti terremoti che si registrano nella zona. Quello che però fa più preoccupare i ricercatori è il motivo di tale scivolamento: come rilavato nello studio la montagna sta cedendo sotto il suo stesso peso.

Ma il vulcano potrebbe davvero collassare improvvisamente su sé stesso? La peggiore delle ipotesi, formulata in base a fenomeni simili in altre parti del mondo, prevede uno scenario in cui l'Etna franare in mare causando uno tsunami.

Etna, il vulcano si "sposta" verso il mare

Tuttavia gli stessi ricercatori che hanno redatto la ricerca non hanno fatto ipotesi precise e sottolineano come al momento non ci siano segnali di una frana imminente.

Il direttore della sezione di Catania dell'Ingv Eugenio Privitera ​ha chiarito che l'istituto naziona di geofisica e vulcanologia non ha lanciato nessuna allerta

"L'articolo che oggi ha avuto una importante visibilità sulla stampa non fa altro che aggiungere un contributo al dibattito scientifico - spiega in un intervento su Facebook - perché da delle informazioni sulla parte sommersa del vulcano, non disponibili sino ad ora. Come dicono gli stessi autori, queste misure devono essere ripetute, sia per validarle, sia per capire meglio il loro significato".

Come spiega lo stesso dirigente dell'Ingv un cosiddetto "collasso di versante" dell'Etna non si può escludere a priori:

"Il Dipartimento Nazionale della Protezione Civile lo considera tra gli scenari possibili. Probabilmente il peggiore. Il fatto che possa accadere, non significa che accadrà e se accadrà non sappiamo quando"

Tuttavia la probabilità non è quantificabile perché è così bassa che non si può quantificare.

Come denuncia poi lo Privitera al quotidiano locale Meridionews "è chiaro che se si decontestualizzano i discorsi e le dichiarazioni, riportando solo le frasi che permettono un approccio sensazionalistico e magari inserendo una frase a effetto nel titolo, la conseguenza sarà di destare delle preoccupazioni nel lettore". 

Insomma l'Etna è il vulcano attivo più grande d'Europa, la consapevolezza di questa realtà non deve lasciar spazio a sensazionalismo gratuito. 

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Etna e tsunami, perché l'allarme sul vulcano è solo sensazionalismo

Today è in caricamento