rotate-mobile
Martedì, 16 Aprile 2024
Cronaca

Eutanasia, ogni anno circa 50 italiani chiedono la "dolce morte" all'estero

Oltre 200 le richieste di informazioni sulla "Morte Volontartia Assistita" giunte dal 2015 all'Associazione Luca Coscioni. Numeri in aumento secondo il presidente di Exit-Italia

Sono 232 le persone che dal 2015 si sono rivolte all'Associazione Luca Coscioni per avere informazioni su come ottenere l'eutanasia all'estero e di queste 115 sono poi andate in cliniche svizzere. Sono i dati diffusi dalla stessa associazione per bocca del suo segretario, Filomena Gallo. 

Per il presidente dell'Associazione Exit-Italia, Centro studi e documentazione sull'eutanasia, si tratta di numeri in crescita: "In media, sono circa 50 l'anno gli italiani che chiedono e in molti casi ottengono il suicidio assistito in Svizzera".

LA "DOLCE MORTE" IN SVIZZERA - La legge svizzera sulla "Morte Volontaria Assistita" prevede un preciso protocollo tramite il quale il paziente può arrivare alla "dolce morte". Come spiega Emilio Coveri a TgCom, infatti, il primo passo è l'attivazione dei contatti con la struttura sul territorio svizzero e l'invio della documentazione medica che attesti la patologia da cui la persona è affetta. Dopo l'accettazione da parte della struttura, è previso un colloquio con il medico che seguirà il paziente fino alla fine e che è tenuto a chiedergli reiteratamente se vuole terminare i propri giorni oppure rimandare. Il paziente può cambiare idea in qualsiasi momento, ricorda Coveri. Se invece si vuol proseguire nell'intento, il medico incontrerà nuovamente il paziente e ripeterà la richiesta se davvero si vuole procedere.

SONNO PROFONDO - L'atto di accompagnamento alla "dolce morte", chiarisce il presidente di Exit Italia, "consiste nella preparazione di una dose letale a base di Pento Barbital di Sodio. Precedentemente, al paziente vengono somministrate due pastiglie antiemetiche (antivomito) in modo da poter assorbire meglio il composto chimico. Il medico cercherà ancora di far desistere il paziente, poi - una volta appurata l'effettiva volontà di morire - verserà una dose letale in un bicchiera d'acqua per poterla scogliere. E' "assolutamente indispensabile - dice Coveri - essere in grado di intendere e volere in quel momento e soprattutto poter essere in grado di prendere il bicchiere in mano e poterlo bere deglutendo il composto disciolto in esso. Per i malati di Sclerosi laterale amiotrofica tracheotomizzati, a cui è stata applicata la Peg, ossia il sondino che porta qualsiasi tipo di nutrizione o liquido direttamente nello stomaco, tale dose verrà introdotta direttamente come se fosse una bevanda qualsiasi".

TUTTO IN POCHI MINUTI - "Il paziente si addormenta profondamente, in quanto tale composto contiene una forte dose di sonnifero. Nei minuti successivi, con il paziente addormentato e che non può percepire più nulla, interverrà l'arresto cardiaco, in quanto la dose letale è composta anche dal cloruro di potassio che fa in modo che il cuore si fermi". Dalla somministrazione del farmaco "il tempo necessario è di poco più di dieci-quindici minuti". Il costo complessivo per ottenere il suicidio assistito in una struttura svizzera, conclude, "è di circa 10mila euro".

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Eutanasia, ogni anno circa 50 italiani chiedono la "dolce morte" all'estero

Today è in caricamento