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Giovedì, 25 Aprile 2024
Eutanasia

Eutanasia: "Serve una legge subito, ma il governo non la vuole"

Parte la battaglia dell'opposizione per calendarizzare la proposta di legge sul fine vita. In prima linea c'è Sel, che promette impegno: "Finora c'è stato un muro da parte di tutte le principali forze politiche". Ma perché? Ce lo spiega Marco Cappato dell'associazione Coscioni

Una battaglia politica e culturale "contro un'idea, di matrice religiosa cattolica, che pensa alla malattia come 'Male' e alla sofferenza come una punizione da espiare". E' quello che la campagna "Eutanasia Legale" afferma da tempo: una legge sul fine vita per garantire la libera scelta ai malati terminali. Ma "finora c'è stato un muro da parte di tutte le principali forze politiche, dal Pd a Fi" spiega Arturo Scotto, capogruppo di Sel alla Camera. Per questo il suo partito ha deciso di fare pressione per inserire nel calendario del prossimo mese la proposta di legge, ferma da troppo tempo.

Da quando è stata depositata nel settembre 2013, la proposta di legge non ha ricevuto mai troppa attenzione: "Nonostante l'art. 71 della Costituzione dichiari che "Il popolo esercita l'iniziativa delle leggi, mediante la proposta, da parte di almeno cinquantamila elettori, di un progetto redatto in articoli"" ci spiega Marco Cappato, tesoriere dell'Associazione Luca Coscioni, che da anni si occupa di diritti civili e libertà di ricerca scientifica. Ma chi vuole avere la "libertà di morire" aspetta da molto di più:

"La prima proposta è stata fatta agli inizi degli anni '80 da Loris Fortuna, padre della legge sul divorzio. Non è un caso perché la legalizzazione dell'eutanasia riguarda la contrapposizione legalità contro clandestinità. E oramai il problema in termini sociali è ancora più urgente: l'innalzamento vita media porta con sé anche un morire più lento. Non solo aspettiamo da trent'anni ma non c'è neppure più tempo"

E forse non solo la politica, ma anche la religione ha impedito passi avanti in questo senso?

"Nulla impedisce di essere religioso, cattolico e laico allo stesso tempo, riconoscendo la libertà di scelta. Per noi non c'è nessuna contrapposizione. Sicuramente una certa ideologia clericale pretende di trasformare in reato ciò che per una dottrina è un peccato. Ma questo con chi è credente non c'entra: il referendum sull'aborto e sul divorzio lo abbiamo vinto con i voti dei cattolici che sono stati capaci di riconoscere la differenza. Il problema è chi utilizza la religione come uno strumento di potere sui corpi delle persone e di chi opportunisticamente porta avanti questo nei propri partiti"

CHE COSA E' L'EUTANASIA: IL VIDEO

Quindi è un problema culturale dei nostri rappresentanti politici?

"Come tutti i temi che riguardano le libertà civili, fine vita e testamento biologico mettono in difficoltà le coalizioni politiche. Sulla base dei sondaggi gli italiani sono favorevoli al testamento biologico nel 70% dei casi e all'eutanasia nel 50% dei casi. Il problema non riguarda la società civile, ma la politica di palazzo. Infatti la stessa cosa succede in parlamento con le unioni civili"

Però ci sono state delle amministrazioni locali che sul testamento biologico hanno fatto passi avanti...

"Precisamente 148 comuni, una regione (il Friuli Venezia Giulia) e la provincia di Cagliari. I registri sono operativi per il 25% della popolazione italiana. Sono state attività di enti locali che hanno avuto un significato e un impatto importante. Ovviamente in assenza di una legge l'utilità è limitata. Ma in questo caso parliamo di una classe politica, quella degli amministratori locali, molto più vicina ai cittadini e per questo propensa a una maggiore apertura. Tutto ciò conferma quello che dicevo prima: in questi contesti fa meno presa la logica delle alleanze della politica di palazzo"

VIDEO - EUTANASIA LEGALE: LA CAMPAGNA PER IL FINE VITA

C'è stato un forte stop da parte del consiglio di Stato sulla questione dei matrimoni omosessuali. C'è qualche rischio anche per i registri sul testamento biologico?

"Le sentenze da parte della magistratura sono la conferma dell'utilità di una legge e questo vale anche per il testamento biologico e per il fine vita. Noi abbiamo avuto il caso Welby ed Englaro, processi lungi che poi si sono conclusi con l'applicabilità dell'articolo 32 della Costituzione. I registri sul testamento biologico non possono essere bloccati proprio perché si ancorano a un dato costituzionale forte. Da un punto di vista della giurisprudenza le sentenze su questi temi sono state coraggiose: i vertici si sono comportati in modo diverso e sono andati nella direzione dell'autodeteminazione. Ovviamente se ci fosse una legge questi processi che durano anni e sono economicamente onerosi si eviterebbero: il diritto sarebbe immediatamente riconoscibile"

Quindi per ora chi vuole fare una scelta come l'eutanasia è discriminato?

"Chi ha i soldi e va all'estero per il suicidio assistito è perché è nelle condizioni economiche e di salute per farlo. Ovviamente anche nelle condizioni chiamiamole 'd'informazione'. Anche in questo caso l'assenza di una legge ha come conseguenza che non si può morire secondo la propria volontà. Questo, sì, è discriminatorio"
 

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