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Venerdì, 19 Aprile 2024
Fiat

Fiat Melfi, si licenziano in venti: "Ritmi infernali, non hanno retto"

Dietro la decisione dei neoassunti un’incomprensione con l’azienda, ma il segretario della Fiom Basilicata accusa: "Con questi ritmi è impossibile lavorare"

Erano stati assunti dopo un lungo e difficile processo di selezione, ma il loro sogno è durato lo spazio di qualche settimana. Stremati dai ritmi della catena di montaggio e delusi dalle prospettive lavorative, una ventina di neoassunti della Fiat di Melfi ha deciso di lasciare il posto dopo appena pochi giorni di lavoro. 

La loro decisione sarebbe dovuta a un’incomprensione con l’azienda: "I neoassunti si aspettavano un lavoro all’altezza delle loro qualifiche, ma dopo una settimana di formazione sono finiti a lavorare in linea", afferma a Today Emanuele De Nicola, segretario della Fiom Basilicata.

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Per questo primo gruppo di 300 assunti, infatti, Fiat Chrysler aveva selezionato ragazzi sotto i 30 anni, diplomati con una votazione non inferiore a 85/100 o laureati con l’obiettivo di farne - in futuro - dei team leader. Venti di loro, però, non hanno retto. La Fiom non risparmia accuse i vertici aziendali: "Sono passati dalla rappresentazione della fabbrica modello, ai ritmi infernali della catena di montaggio". 

Insomma per la Fiom la decisione dei neoassunti nasce anche dall'impossibilità di lavorare ai ritmi serrati imposti da Fiat: "I lavoratori anziani ci dicono che non ce la fanno più: negli anni ’70 c’erano i così detti fattori di riposo, con la nuova metrica di lavoro i ritmi sono insostenibili". A ciò si aggiunga la 'rivoluzione' voluta da Marchionne. "Il taglio delle pause - conclude de Nicola - ha avuto effetti disastrosi sul fisico e sulla salute dei lavoratori". 

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