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Sabato, 20 Aprile 2024
Legge di stabilità

Figli tutti uguali: nessuna differenza tra "legittimi" e "naturali"

Il Consiglio dei ministri ha approvato il decreto legislativo di revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione. Cancellate le distinzioni tra chi è nato fuori e dentro il matrimonio

ROMA - Figli e basta. Non ci saranno più differenze tra i figli nati dentro e fuori dal matrimonio, saranno tutti solo "figli".

Il Consiglio dei ministri ha infatti approvato, su proposta del presidente del Consiglio, del vicepresidente e ministro dell'Interno Angelino Alfano e dei ministri Cancellieri, Giovannini, Kyenge, e del viceministro con delega alle Pari Opportunità, Maria Cecilia Guerra, un decreto legislativo di revisione delle disposizioni vigenti in materia di filiazione che modifica la normativa al fine di eliminare ogni residua discriminazione rimasta nel nostro ordinamento, garantendo così la completa eguaglianza giuridica dei figli.

Dunque, come spiegato dal premier, si "toglie dal codice civile qualunque aggettivazione alla parola figli: da adesso in poi saranno tutti figli e basta". Il testo, predisposto nell'ambito della Commissione istituita presso la presidenza del Consiglio dei ministri, presieduta dal prof. Cesare Massimo Bianca, stabilisce: l'introduzione del principio dell'unicità dello stato di figlio, anche adottivo, e conseguentemente l'eliminazione dei riferimenti presenti nelle norme ai figli "legittimi" e ai figli "naturali" e la sostituzione degli stessi con quello di "figlio"; il principio per cui la filiazione fuori dal matrimonio produce effetti successori nei confronti di tutti i parenti e non solo con i genitori; la sostituzione della nozione di "potestà genitoriale" con quella di "responsabilità genitoriale"; la modifica delle disposizioni di diritto internazionale privato con previsione di norme di applicazione necessaria in attuazione del principio dell'unificazione dello stato di figlio.

Inoltre, nel recepire la giurisprudenza della Corte Costituzionale e della Corte di Cassazione, il Consiglio dei ministri ha deciso di limitare a cinque anni dalla nascita i termini per proporre l'azione di disconoscimento della paternità; introdurre il diritto degli ascendenti di mantenere "rapporti significativi" con i nipoti minorenni; introdurre e disciplinare l'ascolto dei minori, se capaci di discernimento, all'interno dei procedimenti che li riguardano; portare a dieci anni il termine di prescrizione per l'accettazione dell'eredità per i figli nati fuori dal matrimonio; modificare la materia della successione prevedendo la soppressione del "diritto di commutazione" in capo ai figli legittimi fino ad oggi previsto per l'eredità dei figli naturali.

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