rotate-mobile
Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Frane e alluvioni: sette milioni di italiani abitano in aree a rischio

"Intervenire per la prevenzione è l'unico percorso capace di ridurre il rischio di altre vittime e altri danni". Il governo ha finanziato con 750 milioni di euro i 33 più importanti cantieri per la sicurezza delle nostre città: ecco gli interventi in agenda

Sono più di sette milioni gli italiani che risiedono in aree a rischio frane e alluvioni (12% del totale), dei quali oltre un milione vive in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata mappate nei piani di assetto idrogeologico (Pai). Quasi sei milioni di italiani, invece, vivono in zone alluvionabili classificate a "pericolosità idraulica media".

LE REGIONI A RISCHIO - Campania, Toscana, Liguria ed Emilia Romagna sono le regioni con i valori più alti di popolazione a elevato rischio frana, mentre i numeri più rilevanti di popolazione a rischio alluvione, nello scenario di pericolosità idraulica media, si riscontrano in Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Lombardia e Liguria. A livello comunale, è invece a rischio l'88,3% dei comuni italiani. A presentare i dati ufficiali, elaborati nel 2015, è il rapporto Ispra "Dissesto idrogeologico in Italia".

"La fotografia scattata da Ispra - ha commentato Mauro Grassi, responsabile della Stuttura di missione di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico - dimostra una volta di più che intervenire per la prevenzione di frane e alluvioni è l'unico percorso capace di ridurre il rischio che in futuro altre vittime e altri danni si aggiungano al già smisurato elenco di tragedie del nostro passato". Per Grassi con #italiasicura "il governo ha scelto la strada della prevenzione, finanziando con oltre 750 milioni di euro i 33 più importanti cantieri per la sicurezza delle nostre città, dove maggiore è il numero di persone, attività economiche e beni culturali esposti al rischio di finire sommersi da un'alluvione o sepolti da una frana. Entro questa estate saranno consegnati lavori per circa 254 milioni".

Nubifragio nel foggiano: frane ed evacuati

GLI INTERVENTI IN AGENDA - Oltre agli interventi, già in corso, sul Fereggiano a Genova (45 milioni ) e sul Seveso a Milano (30 milioni ) si prevede già a partire dal mese di marzo l'intervento sul litorale di Cesenatico (21 milioni) e quindi sul Lambro a Milano (6,5 milioni) e a seguire ancora sul Bisagno a Genova (95 milioni), su alcuni lotti del Lusore a Venezia (10 milioni) e dell'Astico per Vicenza (31,3 milioni) e infine su alcuni, più piccoli, interventi nell'area di Carrara e Pisa (3,6 milioni). "E' una sfida che durerà anni perché le opere da realizzare sono spesso importanti quanto complesse, ma che ora ha un orizzonte preciso cui guardare, fatto di progetti esecutivi, cantieri e nuovi e più sicuri argini", ha concluso Grassi.

Tornando ai numeri del dissesto idrogeologico, sono 7.145 i comuni a rischio frane e/o alluvioni: di questi, 1.640 hanno nel loro territorio solo aree ad elevata propensione a fenomeni franosi, 1.607 solo quelle a pericolosità idraulica, mentre in 3.898 coesistono entrambi i fenomeni. Sette, come detto, le regioni con il 100% dei comuni a rischio idrogeologico: Valle D'Aosta, Liguria, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Molise e Basilicata. A queste si aggiungono Calabria, provincia di Trento, Abruzzo, Piemonte, Sicilia, Campania e Puglia con una percentuale di comuni interessati maggiore del 90%. Sono invece 51 le province con il 100% dei comuni a rischio per frane e inondazioni, mentre i livelli elevati di pericolosità da frana e quelli medi per la pericolosità idraulica, riguardano il 15,8% del territorio nazionale, per una superficie complessiva di 47.747 km2.

Frane e allagamenti a Massa Carrara (11 novembre) | INFOPHOTO

IMPRESE E MONUMENTI - Pesanti anche gli impatti sul mondo delle imprese. In Italia, quasi 80mila unità locali di imprese (circa l'1,7%) si trovano in aree a pericolosità da frana elevata e molto elevata per un totale di oltre 200mila addetti a rischio. Le regioni con il numero più alto di unità locali a rischio sono Campania, Toscana, Emilia-Romagna e Piemonte. Esposte, invece, al pericolo inondazione nello scenario medio, 576.535 unità, per un totale di oltre due milioni di addetti. Emilia Romagna, Toscana, Veneto, Liguria e Lombardia sono le regioni con il numero più elevato di imprese vulnerabili al fenomeno idraulico. I beni culturali architettonici, monumentali e archeologici potenzialmente soggetti a fenomeni franosi sono invece 34.651 (18,1% del patrimonio totale), dei quali oltre diecimila rientrano in aree a pericolosità elevata e molto elevata. Nello scenario di pericolosità media delle alluvioni ricadono circa 29mila monumenti, mentre oltre 40mila sono i beni culturali a rischio nello scenario relativo a eventi estremi P1(meno probabili, ma più intensi). Le regioni con il numero più alto di beni a rischio nello scenario medio, sono Emilia Romagna, Veneto, Liguria e Toscana. Tra i comuni spiccano le città d'arte di Venezia, Ferrara, Firenze, Ravenna e Pisa. Roma si aggiunge, invece, se consideriamo lo scenario a scarsa probabilità di accadimento.

Alluvione Carrara © Infophoto

Il forte incremento del territorio urbanizzato a partire dal secondo dopoguerra assume nel contesto del dissesto idrogeologico una particolare rilevanza in quanto ha portato, secondo il rapporto Ispra, a un considerevole aumento degli elementi esposti e quindi del rischio. Attualmente, nelle aree classificate a più elevata pericolosità da frana si trovano 476 km2 di superfici artificiali, pari al 2,7% del totale, mentre oltre duemila km2 (11,5%) ricadono nello scenario di pericolosità idraulica media. "Integrare e mettere a sistema tutte le conoscenze a disposizione, come viene fatto oggi con gli ultimi rapporti elaborati da Ispra, è fondamentale - ha affermato il capo del Dipartimento della Protezione Civile Fabrizio Curcio - Così come determinante è che i dati non siano semplicemente resi pubblici, ma contestualizzati, semplificati e spiegati ai cittadini in una visione più complessiva di politiche di riduzione dei rischi: solo così le comunità non solo potranno meglio comprendere e seguire le attività di prevenzione strutturale e di protezione civile decise sui territori, ma potranno fornire davvero anche un attivo contributo nella mitigazione dei rischi". 
 

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Frane e alluvioni: sette milioni di italiani abitano in aree a rischio

Today è in caricamento