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Mercoledì, 24 Aprile 2024
Cronaca

Funerali show di Casamonica: è scandalo a Roma

Bufera politica a Roma dopo i funerali da star per Vittorio Casamonica, 65 anni, capo dell'omonimo clan romano. Il sindaco Ignazio Marino: "Intollerabile". Orfini: "Roma non può essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino". Il centrodestra va all'attacco: "E' la rappresentazione teatrale della mafia a Roma e della totale assenza dell'amministrazione"

La bara portata da una carrozza antica trainata da sei cavalli neri, un elicottero che fa cadere petali di rose rosse, un'orchestrina che suona la musica del "Padrino". Questa la scenografia dei funerali di Vittorio Casamonica, 65 anni, capo dell'omonimo clan romano. Funerali sfarzosi, con la chiesa di Don Bosco nel quartiere Tuscolano "addobbata" con gigantografie con le foto del defunto e le scritte "Hai conquistato Roma, ora conquista il paradiso" e "Vittorio Casamonica re di Roma".

Un corteo partito dalla Romanina ha accompagnato il feretro fino alla piazza della chiesa, scortato da 12 suv che trasportavano corone di fiori. Fuori le auto parcheggiate in doppia fila, fra cui diverse Jaguar e Mercedes, hanno mandato il traffico in tilt. Al termine della cerimonia, poi, la bara è stata portata via a bordo di una Rolls Royce. Famiglia di rom sinti originari dell'Abruzzo, i Casamonica, arrivati a Roma negli anni Settanta, sono stati più volte al centro di inchieste e operazioni di polizia per attività legate a usura e spaccio di droga.

"INTOLLERABILE" - Le immagini della cerimonia, una volta pubblicate sui siti Internet, sono diventate virali e hanno scatenato la polemica politica. "Ho chiamato il Prefetto di Roma perché siano accertati i fatti con il dovuto rigore. I morti e i funerali - ha detto il sindaco Ignazio Marino - non possono essere strumenti dei vivi per inviare messaggi mafiosi. Tutto ciò è intollerabile e non sarà tollerato". Ma il "caso" va oltre la cronaca cittadina e approda in parlamento e nel dibattito politico nazionale.

ROMA SFREGIATA - Sinistra ecologia e libertà presenterà un'interrogazione al ministro dell'Interno Angiolino Alfano mentre tutto il Pd è compatto nel condannare quanto avvenuto: "Mai più. Roma non può essere sfregiata da chi la vorrebbe far diventare un set del Padrino", ha scritto su Twitter Matteo Orfini, presidente Dem e commissario del partito romano. E per Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia, "è allarmante che il funerale di un esponente del clan Casamonica, coinvolto in numerose inchieste sulla criminalità romana e su Mafia Capitale, si sia trasformato in una ostentazione di potere mafioso. Preoccupa in ogni caso il clima di consenso che ha accompagnato una simile messa in scena, che dovrebbe fugare ogni dubbio sull'esistenza della mafia nella Capitale e raddoppiare l'impegno delle istituzioni a contrastarne la forza e la capacità di inquinare ampi settori della società e della pubblica amministrazione".

MAFIA CAPITALE - Il centrodestra va all'attacco: "Il funerale di Casamonica è la rappresentazione teatrale della mafia a Roma e della totale assenza dell'amministrazione. Marino a casa", dice Marcello Fiori, coordinatore nazionale enti locali di Forza Italia. "Eccola Mafia Capitale - afferma Gianluca Buonanno della Lega Nord - in tutto il suo splendore. Ancora più penosa è l'indignazione della Bindi e dei suoi colleghi del Pd: chiedessero al loro amico Marino come è stato possibile questo scempio piuttosto che fare la morale a posteriori". E il governatore della Lombardia Roberto Maroni, via Twitter, accusa: "Eh sì, con il @pdnetwork al governo Roma è proprio #MafiaCapitale". Pronta la risposta di Orfini: "La mafia a Roma ha dilagato quando c'era il tuo amico Alemanno e tu governavi. Abbi la decenza di tacere".

GRANDE IMBARAZZO - Intanto "grande imbarazzo" viene espresso dal Vicariato di Roma per il funerale celebrato nella chiesa che, tra l'altro, fu negata nel 2006 per le esequie di Piergiorgio Welby, il militante radicale ammalato di Sla che decise di staccare la spina alle macchine che lo tenevano in vita. "Il parroco ha incontrato la famiglia e ha valutato che non c'erano impedimenti alla celebrazione del funerale, il diritto canonico non lo obbligava a rifiutare", spiegano fonti del Vicariato, aggiungendo che "la celebrazione é stata assolutamente nella norma e non ci sono state da parte del parroco parole di encomio. Si é parlato solo di misericordia, di speranza di pentimento. Quello che poi é accaduto fuori dalla chiesa non é di competenza del parroco, e a sua insaputa, durante la celebrazione, sono stati affissi manifesti e gigantografie". Leggi su RomaToday

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