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Giovedì, 25 Aprile 2024
Cronaca Roma

Omicidio Diabolik, la sorella: "Vogliamo funerali pubblici, situazione aberrante"

Il Questore della Capitale Carmine Esposito non ha intenzione di indietreggiare, negando il funerale in forma pubblica e solenne.  La famiglia di Fabrizio Piscitelli nemmeno. Lo stallo attorno ai funerali di Diabolik, ex leader gli Irriducibili laziali ucciso il 7 agosto scorso al Parco degli Acquedotti, sta creando malumori e fermento tra le frange ultras di tutta Italia

La situazione è tesa, non solo a Roma. Il Questore della Capitale Carmine Esposito non ha intenzione di indietreggiare, negando il funerale in forma pubblica e solenne.  La famiglia di Fabrizio Piscitelli nemmeno. Lo stallo attorno ai funerali di Diabolik, ex leader gli Irriducibili laziali ucciso il 7 agosto scorso al Parco degli Acquedotti, sta creando malumori e fermento tra le frange ultras di tutta Italia, scrive RomaToday. La famiglia prende pubblicamente posizione con una lettera di Angela Piscitelli, la sorella di Fabrizio. La lettera, inviata oggi via Pec al questore e al prefetto di Roma e al ministro dell'Interno Matteo Salvini, viene riportata da Adnkronos.

Omicidio Diabolik, la sorella: "Situazione aberrante che ci sta logorando"

"Il protrarsi di questa aberrante situazione che rende impossibile celebrare il rito delle esequie ecclesiastiche nelle forme previste dalle norme canoniche, sta logorando nell’animo, nello spirito e nella fisicità i familiari e gli affetti più cari di un essere umano libero (non sottoposto ad alcuna misura restrittiva della sua libertà), barbaramente ucciso per mano di un balordo che, nonostante siano ormai trascorsi ben sette giorni, non è ancora stato assicurato alla giustizia" si legge nella lettera.

"Il sopruso e l’arroganza del potere che sentiamo di vivere sta provocando comprensibilmente una ulteriore sofferenza che si aggiunge a quella già di per sé intollerabile", scrive ancora Angela, aggiungendo che "la famiglia Piscitelli dissociandosi da ogni ed eventuale comportamento a rischio, ricorda a tutte le istituzioni che nessun fatto potenzialmente lesivo dell’ordine e della sicurezza pubblica, generato da chiunque, le potrà mai esserle imputato".

Diabolik, famiglia chiede funerali al Divino Amore

"Al fine di non negare il funerale a Fabrizio che normalmente si riserva a tutti gli esseri umani, le reitero la proposta di optare per il santuario del Divino Amore (dopo il vostro diniego della parrocchia di Santa Maria Ausiliatrice che avrebbe invece facilitato la presenza dei miei genitori, portatori di handicap), la cui conformazione consentirebbe, a mio avviso, il controllo degli ingressi e dunque di bilanciare e rispettare i principi di uno Stato di diritto, garantiti dalla Costituzione, quali appunto la sicurezza e l’ordine pubblico, con il diritto al rito delle esequie cristiane".

Angela ricorda poi che "in base agli artt. di legge da Lei stesso citati nell’ordinanza gli organi dello Stato non hanno alcuna competenza sulle cerimonie religiose che si svolgono all’interno dei luoghi di culto e poiché la nostra intenzione continua ad essere quella di svolgere il funerale all’interno di una chiesa, solamente la sua famiglia in accordo con le autorità ecclesiastiche e con i suoi rappresentanti può liberamente decidere luogo, giorno ed ora della celebrazione, nonché permettere a chiunque voglia di parteciparvi".

Inoltre "l'elevato numero dei partecipanti alla messa celebrata nella serata di ieri, a favore dell’anima di Fabrizio - si legge ancora - non ha registrato alcun episodio contro la sicurezza pubblica, allo stesso modo della fiaccolata avvenuta il giorno successivo all’efferato omicidio contraddistintasi, peraltro, dal riserbo e dalla compostezza dei tifosi intervenuti, così come la partecipazione altresì composta di ieri presso il parco (luogo dell’omicidio) di numerosi amici, sfociata esclusivamente in un lungo applauso".

"Mio fratello assassinato in pieno giorno su una panchina di un parco della Capitale d’Italia"

"Fabrizio, mio fratello, è stato assassinato in pieno giorno, su una panchina di un parco della Capitale d’Italia, il Parco dell’Acquedotto Romano, frequentato, tutti i giorni, a qualsiasi ora, da bambini, anziani e intere famiglie, dove ci si sente, o ci si dovrebbe sentire, liberi e tranquilli; libertà che ha contraddistinto l’operato di colui che gli ha sparato alla testa, libertà di cui ancora gode l’assassino, libertà che, invece, non è garantita a tutti coloro che vogliono dare l’ultimo saluto a Fabrizio per il suo passaggio dalla vita terrena a quella eterna".

"Si coglie l’occasione per confermare la nostra collaborazione con le Istituzioni, facendo appello a tutte le tifoserie e a tutti quelli che vorranno partecipare affinché il funerale di Fabrizio sia anche un’opportunità per diffondere un messaggio perché lo stadio possa diventare un luogo più sicuro e sereno per assistere ad uno degli sport più amati al mondo: il calcio".

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