G8 Genova, l'Italia riconosce le violenze: "45mila euro alle vittime degli abusi"
A sedici anni dalle violenze di Genova il Governo italiano patteggia davanti alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo affermando di aver "riconosciuto i casi di maltrattamenti simili a quelli subiti dagli interessati a Bolzaneto come anche l'assenza di leggi adeguate"
Sedici anni dopo il G8 di Genova la Corte Europea dei Diritti Umani ha preso atto della risoluzione amichevole tra le parti e chiude il caso sulle violenze subite dai manifestanti nella caserma Bolzaneto. Il Governo italiano infatti ha riconosciuto le proprie colpe e si è impegnato a versare 45 mila euro ciascuno a sei cittadini vittime di abusi.
G8 Genova
"La Corte Europea dice che in Italia si pratica la tortura, serve una legge"
G8 Genova
I "fatti di Genova"
Da venerdì 20 luglio a domenica 22 luglio 2001 durante la riunione dei capi di governo dei maggiori paesi industrializzati svoltasi a Genova i movimenti no-global e le associazioni pacifiste diedero vita a manifestazioni di dissenso, seguite da gravi tumulti di piazza, con scontri tra forze dell'ordine e manifestanti.
In uno di questi scontri trovò la morte il manifestante Carlo Giuliani durante l'assalto l'assalto al defender dei Carabinieri in cui vi erano tre giovani militari a bordo, l'autista Filippo Cavataio di 23 anni, Mario Placanica carabiniere di leva di 20 anni e il coetaneo Dario Raffone.
Il 7 aprile 2015 la Corte europea dei diritti umani, ha dichiarato all'unanimità che è stato violato l'articolo 3 sul "divieto di tortura e di trattamenti inumani o degradanti" durante l'irruzione della scuola Diaz.
Le persone fermate e arrestate durante i giorni della manifestazione furono in gran parte condotte nella caserma di Genova Bolzaneto, che era stata approntata come centro per l'identificazione dei fermati: in quei giorni transitarono per la caserma 240 persone, di cui 184 in stato di arresto. In numerosi casi i fermati accusarono il personale delle forze dell'ordine di violenze fisiche e psicologiche e di mancato rispetto dei diritti degli imputati.
G8 Genova
Il 5 marzo 2010 i giudici d'appello di Genova, ribaltando la decisione di primo grado, emisero 44 condanne per i fatti di Bolzaneto e, nonostante l'intervenuta prescrizione, condannò gli imputati a risarcire le vittime. La stessa corte di Cassazione parla nel 2013 a proposito dei fatti di Bolzaneto definendo quello vissuto nella caserma un "clima di completo accantonamento dei principi-cardine dello Stato di diritto".
Bolzaneto, il processo
Il processo di appello per le violenze di Bolzaneto si era concluso, nel giugno 2013, con sette condanne e quattro assoluzioni. La quinta sezione penale della corte aveva assolto Oronzo Doria, all’epoca colonnello del corpo degli agenti di custodia, e gli agenti Franco, Trascio e Talu.
Erano invece state confermate le 7 condanne che erano state inflitte dalla Corte d’Appello di Genova il 5 marzo 2010 nei confronti dell’assistente capo di Pubblica sicurezza Luigi Pigozzi (3 anni e 2 mesi) – che divaricò le dita della mano di un detenuto fino a strappargli la carne – degli agenti di polizia penitenziaria Marcello Mulas e Michele Colucci Sabia (1 anno) e del medico Sonia Sciandra. Per quest’ultima la Cassazione aveva ridotto la pena, assolvendola solo dal reato di minaccia. Pene confermate a un anno per gli ispettori della polizia Matilde Arecco, Mario Turco e Paolo Ubaldi che avevano rinunciato alla prescrizione. La pene erano però quasi integralmente coperte da indulto.