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Giovedì, 28 Marzo 2024
Delitto di Garlasco

Garlasco, la promessa di Alberto Stasi: "Dimostrerò la mia innocenza per Chiara, l'amavo"

L'urlo di Alberto Stasi, condannato in appello bis a sedici anni per l'omicidio dell'ex fidanzata Chiara Poggi: "Non sono stato io. Io l'amavo. Mi devono credere"

MILANO - Aveva vinto la sua battaglia per due volte. Aveva convinto due collegi di giudici. Era tornato a casa sereno, per quanto possibile, per due volte. Tutto prima di mercoledì, quando il "gioco dell'oca giudiziario" è ritornato al punto di partenza. Sedici anni per lui e la convinzione della giuria: "Colpevole, ha ammazzato Chiara Poggi". Ad Alberto Stasi mercoledì sera poco dopo le 19.30 è sembrato di tornare a pie' pari in un incubo. Un brutto sogno, orrendo, cominciato il 13 agosto del 2007 con il corpo della sua fidanzata in un lago di sangue nella sua casa di Garlasco e continuato con due processi - e due assoluzioni - e le accuse di omicidio e crudeltà. Accuse che adesso, grazie alla caparbietà del procuratore Barbaini e degli avvocati di parte civile, hanno trovato riscontri in una sentenza: Alberto Stasi, l'ex studente bocconiano, l'ex fidanzato della vittima, è colpevole di omicidio. E per questo pagherà, almeno fino a una nuova sentenza, con sedici anni di prigione. 

Ma lui non ci sta. Lui non si arrende. Presente in aula anche nell'ultimo atto, come in tutte le altre udienze di questi sette, lunghissimi, anni, per la prima volta non è sembrato il ragazzo gelido e freddo che è sempre apparso. Mercoledì, racconta La Stampa, si è lasciato andare, urlando tutta la sua rabbia: "Sono sconvolto, sono sconvolto da questa condanna che non mi aspettavo". 

E che non se l'aspettasse, Alberto, era stato evidente dal pomeriggio, quando aveva preso la parola in aula. E aveva parlato come se temesse, forse immaginasse, già tutto: "Non cercate a tutti i costi un colpevole condannando un innocente - aveva detto ai giudici - Sono anni che sono sottoposto a questa pressione. È accaduto a me e non ad altri. Perché? Mi appello alle vostre coscienze". Ma evidentemente i giudici non gli hanno creduto. E lui, subito dopo la sentenza, si è sfogato a modo suo, ricordando quell'amore che provava per Chiara e che nessuno, almeno non in un'aula giudiziaria, ha mai messo in dubbio. 

"Non me l’aspettavo questa condanna. Ma voglio andare avanti a dimostrare la mia innocenza - ha attaccato - Prima che a me lo devo a Chiara e a mio padre che ha sempre creduto in me. Vado avanti. Mi devono credere. Non sono stato io a uccidere Chiara - ha ripetuto come un mantra - io Chiara l'amavo". 

Ma ormai a non credergli più, oltre all'accusa e ai giudici, sono anche i genitori di Chiara. Mamma Rita, con le lacrime agli occhi, è riuscita a dire poco dopo la lettura della sentenza. Ma è stato evidente quanto fosse felice, o almeno contenta per una giustizia tanto desiderata: "Siamo soddisfatti, non abbiamo mai mollato, cercavamo la verità abbiamo avuto una risposta - ha commentato la donna - Ora potrò guardare Chiara e dirle: 'Ce l’hai fatta...'". 

Delitto di Garlasco, la foto storia | Foto Infophoto

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