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Martedì, 23 Aprile 2024
Cronaca Brescia

Molestata per anni dal maestro di karate, Giada racconta tutto in tv

La ragazza ha raccontato a Le Iene gli abusi subiti per cinque anni nella "palestra degli orrori" di Lonato da parte del suo istruttore, oggi in carcere

Aveva soltanto 12 anni quando sono iniziati gli abusi. Oggi ne ha 21 e ha deciso di raccontare cosa succedeva nella palestra del maestro di karate di Lonato, arrestato proprio in seguito alla sua confessione, per aver abusato di almeno sei minorenni. Giada ha scelto di parlare alle telecamere de Le Iene, intervistata da Matteo Viviani, perché, dice, "non bisogna nascondersi, non bisogna avere vergogna" ma "bisogna avere la forza di raccontare tutto, e subito, per poterne uscire". 

Tutto è cominciato come un gioco, ricorda. Il suo maestro, ora in carcere, "aveva organizzato un pigiama party in palestra a Lonato, con me c'erano anche altri bambini e ragazzini. Lui si è messo vicino a me e mi ha messo la mano nei pantaloni, ha cercato di masturbarmi. Poi mi disse che non era il caso di dirlo a nessuno". In quel momento Giada prova "fastidio, vergogna". "Mi dicevo anche che non potevo contraddire il mio maestro". Quando lei ha 13 anni, un nuovo tentativo di approccio: “Mi ero rotta la gamba, era estate. Mi aiutava a fare riabilitazione, all’inizio era davvero così, poi ha cominciato a sfiorarmi e baciarmi, mi metteva la mano sul suo inguine”.

“Mi diceva che ero speciale, la persona più importante della sua vita”, racconta ancora Giada. Ma le cose peggiorano. “Era geloso, non voleva che stessi con i miei amici. Mi scriveva ogni minuto, mi controllava il telefono. Mi diceva che se ne avessi parlato con qualcuno gli avrei rovinato la vita, che lui si sarebbe ucciso. Mi faceva sentire in colpa”.

Con il tempo la loro relazione sessuale purtroppo si è aggravata: non solo masturbazione “ma anche sesso orale, anche su di lui, e se non lo facevo si arrabbiava, mi diceva: 'Ti voglio decisa'”. Anche la prima volta di Giada passa dal suo maestro di karate. “Mi aveva fatto sdraiare per terra, su un tappetino. Ero in lacrime, non volevo, gli ho detto che avevo paura. Non c’è riuscito ma la prossima volta mi ha detto che dovevamo farlo”.

Diventa poi un’abitudine, chissà quante volte: “Era sempre orribile, era sempre un pianto”. Quando Giada ha tra 14 e 15 anni le cose cambiano di nuovo. “Mi disse che il suo sogno era sempre stato di farlo in tre. E così ha coinvolto anche altri uomini: lui aveva 35 anni, gli altri più di 40. Ero come un bambolotto a cui potevano fare quello che volevano: con due di loro ho avuto un rapporto completo, con un altro solo masturbazione”.

Una situazione insostenibile: “A 17 anni ero arrivata al limite. Mi facevo del male, mi picchiavo da sola, e poi i tagli sulle braccia. Ho deciso di affrontarlo, lui mi ha detto che si sarebbe ammazzato, che si sarebbe impiccato. Ma sono stata fredda, e me ne sono andata a casa”. Tutto finito, e invece no: tempo dopo Giada torna in palestra, con il suo fidanzato.

Vede il suo ormai ex maestro di karate che esce da una stanzina in compagnia di una ragazzina che potrebbe aver avuto 15 anni. “Mi è tornato tutto in mente, all’improvviso. E ho deciso di aprirmi, di raccontare tutto al mio ragazzo. Poi l’ho detto ai miei, che non ci credevano”. Partono le indagini, Cipriano viene arrestato. Le ultime parole di Giada: “Non merita di togliermi il sorriso”.

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