rotate-mobile
Giovedì, 25 Aprile 2024
il caso

Caso Lo Porto, parla il fratello: "Adesso ridateci corpo"

Dopo tre mesi dal raid americano che ha ucciso GIovanni Lo Porto, il cooperante italiano in Pakistan, ancora i familiari non hanno notizie del cadavere e non possono seppellire il loro caro. Parla il fratello: "Vogliamo indietro quello che rimane di lui"

"Sono passati tre mesi dal raid americano. Non so come sarà il corpo di mio fratello, se esista ancora. Ma qualsiasi cosa sia rimasta, anche un occhio, noi ne chiediamo la restituzione". A parlare così è Giuseppe Lo Porto, uno dei fratelli di Giovanni, il cooperante rimasto ucciso a gennaio da un raid americano antiterrorismo al confine tra Pakistan e Afghanistan. I familiari e lo stesso governo italiano sono stati informati della notizia soltanto tre mesi dopo dall'accaduto e adesso rivendicano di poter dare al loro caro una degna sepoltura. 

VIDEO: L'APPELLO DI AMICI E FAMILIARI PER GIOVANNI

Anche se il presidente Usa Barack Obama è stato il primo a scusarsi e ad ammettere tutte le responsabilità del raid aereo che ha ucciso Lo Porto e i suoi sequestratori, tante rimangono le ombre sul caso e le domande in sospeso.

VIDEO: CHI ERA GIOVANNI LO PORTO

Si parla di

In Evidenza

Potrebbe interessarti

Caso Lo Porto, parla il fratello: "Adesso ridateci corpo"

Today è in caricamento