Napoli, uno stendino ha scatenato la furia omicida di Giulio Murolo
A scatenare la furia omicida un bucato steso in cortile dalla cognata, Concetta Uliano. Intanto proseguono le indagini di polizia e carabinieri per fare ulteriore luce su quanto avvenuto in poco più di un'ora nel quartiere Miano, a Nord del capoluogo campano
NAPOLI - Restano stabili ma gravi le condizioni delle sei persone ferite nel pomeriggio di ieri a Napoli da Giulio Murolo, l'infermiere che ha aperto il fuoco uccidendo prima la cognata e il fratello, poi un capitano della polizia municipale suo vicino di casa e un passante.
I feriti sono tutti ricoverati presso l'ospedale San Giovanni Bosco, a poca distanza dal luogo della strage: l'ispettore di polizia Cristoforo Cozzolino, ferito alle braccia; l'assistente capo Umberto De Falco, ferito all'addome e a un orecchio; il carabiniere scelto Luigi Christian Infante, ferito alla mano destra e alla coscia e caviglia sinistra; il vigile urbano 64enne Vincenzo Cinque, vicino di casa dell'omicida, ferito al collo e al torace e ricoverato in Rianimazione; Salvatore Michele Varriale, passante 24enne ferito di striscio alla testa e Luigi Capasso, passante di 74 anni, ferito al braccio.
L'uomo, dopo aver ammazzato i suoi congiunti con un fucile a pompa legalmente detenuto, si è affacciato al balcone di casa in via Napoli a Capodimonte e ha iniziato a sparare all'impazzata prendendo di mira le persone che si trovavano nel suo giro d'azione. A scatenare la furia omicida un bucato steso in cortile dalla cognata, Concetta Uliano. Intanto proseguono le indagini di polizia e carabinieri per fare ulteriore luce su quanto avvenuto in poco più di un'ora nel quartiere Miano, a Nord del capoluogo campano.
I reati contestati dall'autorità giudiziaria a Murolo, che è stato arrestato in flagranza e condotto nel carcere napoletano Poggioreale, sono: duplice omicidio volontario nei confronti del fratello Luigi e della cognata; strage per gli altri due omicidi e per il ferimento delle sei persone; spari in luogo pubblico e resistenza a pubblico ufficiale.
Aveva in casa anche un fucile mitragliatore AK 47 Kalashnikov, con matricola abrasa e illegalmente detenuto oltre a due machete e a munizionamento vario, Giulio Murolo, l'infermiere 48enne che ieri a Napoli ha ucciso quattro persone e ferite altre sei. A scoprirlo la polizia che ha svolto una serie di accertamenti preliminari all'interno dell'abitazione dell'omicida in via Napoli a Capodimonte nel quartiere Miano.
L'uomo nascondeva il Kalasnikov sotto il letto. Sulle armi rinvenute sono in corso verifiche balistiche. Murolo, quindi, oltre ai reati già contestati: duplice omicidio volontario, strage, resistenza a pubblico ufficiale e spari in luogo pubblico, è stato denunciato per detenzione illegale di arma clandestina e ricettazione. Sono in corso gli approfondimenti investigativi della Squadra Mobile di Napoli e del Commissariato di Scampia - informa la Questura - necessari alla ricostruzione dettagliata dell'evento anche per delineare meglio le responsabilità penali dell'uomo. Da NapoliToday