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Venerdì, 19 Aprile 2024
Cronaca

Regeni, il pm: "I nostri torturatori ai vertici della polizia. E chiediamo giustizia all'Egitto?"

Sono destinate a fare discutere le parole del sostituto procuratore della Corte di Appello di Genova, Enrico Zucca. I genitori del ricercatore: "Noi da agosto ci sentiamo abbandonati". Verità e giustizia per Giulio Regeni sono, in ogni caso, ancora lontane

Le parole del pubblico ministero sono destinate a fare discutere. E si prendono le prime pagine oggi di alcuni quotidiani.

Le parole di Zucca

"Nonostante le sentenze che accertavano le torture avvenute alla Diaz e a Bolzaneto durante il G8 genovese del 2001, non siamo riusciti a identificare nessun torturatore. Le nostre forze di polizia non ci hanno consegnato nessun torturatore. Chi ha coperto quegli ignoti torturatori è ai vertici delle forze di polizia". Lo ha detto il sostituto procuratore della Corte di Appello di Genova, Enrico Zucca, che si occupò del caso Diaz, durante un'incontro dal titolo "La tutela degli italiani all'estero. Una storia tragicamente emblematica: Giulio Regeni" organizzato dal Consiglio dell'Ordine degli avvocati del capoluogo ligure.

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"Con la storia che abbiamo - ha sottolineato Zucca - adesso chiediamo all'Egitto di consegnarci dei torturatori. La possibilità che questa indagine approdi a qualcosa è quindi fortemente minata - ha concluso il pm genovese - dalla nostra storia".

Il ministero della Giustizia acquisirà gli atti

In serata è arrivata la notizia che il ministero della Giustizia acquisirà gli atti relativi alle di Zucca durante il dibattito. Via Arenula, a quanto si apprende, acquisirà sia gli atti cartacei che, se disponibili, video. Non è la prima volta che il pm Zucca critica l'operato della Polizia con riferimento ai fatti di Genova: in particolare, in un dibattito pubblico aveva parlato di una «totale rimozione» delle vicende del G8 e del rifiuto per anni da parte della polizia italiana, diversamente da quella straniera, di «leggere se stessa» per «evitare il ripetersi» di errori

I genitori di Regeni

"Dal 14 agosto noi siamo stati abbandonati. Nel momento stesso in cui il premier Gentiloni ci ha telefonato per dirci che l'ambasciatore sarebbe tornato al Cairo in Egitto, ci siamo sentiti abbandonati dal nostro Paese". Lo ha detto ieri pomeriggio a Genova Paola Regeni, madre di Giulio, il ricercatore italiano brutalmente ucciso in Egitto tra il gennaio ed il febbraio del 2016, durante l'incontro.

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