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Sabato, 20 Aprile 2024
Cronaca

"Igor è ancora nel Ferrarese, lo prenderemo vivo", parla il Comandante Alfa

"Ci vuole solo pazienza, attenzione e fiducia", ne è convinto il Comandante Alfa, fondatore del Gis, il nucleo speciale dei Carabinieri sulle tracce del killer di Budrio. "Si attende un passo falso, una qualsiasi mossa che possa essere intercettata"

"Igor è ancora nel Ferrarese" ne sono sicuri gli inquirenti che da un mese e mezzo sono sulle tracce del super latitnate: la caccia al killer di Budrio non si ferma, anzi per stanare Igor Vaclavic alias Norbert Feher, sono in campo i migliori professionisti del gruppo speciale dei Carabinieri, i Gis. A raccontarli è il fondatore del corpo di elitè, il Comandante Alfa, fondatore del GIS (Gruppo Intervento Speciale) dell’Arma dei Carabinieri, arrivato a Fabriano (Ancona), ospite dell'associazione giuridica Carlo Galli, per presentare il suo secondo libro dal titolo “Io vivo nell'ombra”

Il militare dei reparti speciali non ha dubbi sul fatto che prima o poi il killer di Budrio dovrà arrendersi alla professionalità e alla preparazione dei Carabinieri italiani, dei Cacciatori di Sardegna e Calabria, del Reggimento Tuscania, della Territoriale e dell’Aliquota GIS, che entrerà in azione se Igor dovesse essere trovato asserragliato in un qualsiasi luogo, con o senza ostaggi. Si attende un passo falso dunque, una qualsiasi mossa che possa essere intercettata perché "ora ci vuole solo pazienza, attenzione e fiducia nei nostri investigatori che, in base alle segnalazioni e alle tracce rilevate, sono convinti che lui sia ancora lì nel Ferrarese".

"Non sarà facile prenderlo perché le caratteristiche del luogo lo agevolano, è pieno di cascine, di corsi d’acqua, nascondigli, alta vegetazione. E poi è un uomo solo. Se fossero stati 4 o 5 sarebbe stato diverso, più persone significa più possibilità di passi falsi perché possono lasciare più tracce, possono discutere e perdere tempo. Così è difficilissimo, è come cercare un ago nel pagliaio. Ma l’Arma ha messo sul campo dei super professionisti e sta facendo di tutto. Lo prenderemo e se possibile lo prenderemo vivo".

E se qualcuno si azzarda a dire che “tanto ormai se ne è andato”, il Comandante Alfa lo liquida così: "Ma che ne sanno questi fenomeni di opinionisti del nostro lavoro? C’è da dire anche che gli abitanti di quella zona si lamentano in televisione dei carabinieri, ma mettono il cibo davanti alla porta per paura che lui entri in casa. Mettono anche lo sciroppo per la tosse! La popolazione ci deve aiutare".

Intanto per scovare l’uomo più ricercato d’Italia è arrivato anche il super drone Predator: un velivolo senza pilota, già utilizzato dall'esercito americano in Iraq e Afghanistan per individuare le barche dei migranti nel mediterraneo, che, in tempo reale, traduce ogni fotogramma e interpreta ogni oggetto o essere vivente osservati con visori termici. "Sarà utilissimo - conferma Alfa - Noi lo abbiamo usato nei teatri di guerra, è importantissimo perché lui riesce a vedere anche a 4 chilometri di distanza. E’ un aiuto incredibile".

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Chi sono i GIS

E forse vorrebbe essere lì in prima linea con i suoi ragazzi l’ex numero 1 dei GIS, che oggi non è più operativo ma continua ad addestrare i militari del domani, sempre pronti ad intervenire in caso di sequestri, assalti, rivolte e azioni terroristiche. A disposizione di uno Stato a caccia dei più pericolosi killer. Italiani e internazionali, come nel 2004 quando il Tribunale Internazionale dell’Aja volle gli uomini del GIS per catturare il “massacratore”, un bosniaco macchiatosi di crimini di guerra durante la Jugoslavia del maresciallo Tito.

Ma anche nei teatri di guerra dove sono impegnate le milizie italiane. Comunque vada sempre nell'ombra.

"Tutti i miei ragazzi vivono nell'ombra - ha proseguito il Comandante Alfa - Senza nome e senza identità per servire meglio lo Stato e la collettività, con basso profilo, nessuno ci conosce, così noi ci possiamo concentrare sul lavoro, sulle operazioni o sull'addestramento".

Già, l’addestramento, duro e quotidiano per un gruppo dove non c’è spazio per giustizieri ed esaltati perché chi entra nel GIS lo fa perché crede in una missione: servire e proteggere il Paese, col volto nascosto da un mephisto, per consegnare i nemici dello Stato alla sua giustizia. I GIS non giudicano. I GIS agiscono per catturare malviventi affrontando operazioni ad altissimo rischio che si possono dire compiute al 100% laddove non si contino vittime da entrambe le parti.

Vivere nell'ombra

"E’ una vita di sacrifici sicuramente, ma anche entusiasmante e piena di soddisfazioni. E’ una scelta, l’ideale per un giovane, la rifarei altre milioni di volte. No non ho nessun rimpianto".

Ma quando si parla di vita non si può non parlare delle famiglie, moglie e figli che per anni hanno visto i proprio mariti e padri partire, senza preavviso, per chissà dove, senza poter mai sapere che cosa facessero. Come sempre nell'ombra. "I sacrifici più grossi li fanno le famiglie che devono fare delle rinunce. Noi dobbiamo sempre essere pronti a partire e farci trovare preparati in 30 minuti. Sono rinunce che a noi non pesano perché ci piace quello che facciamo, ma sono le stesse che pesano moltissimo ai nostri cari".

E allora il pensiero di Alfa va alle future generazioni, ai giovani. "Io vorrei che la mia esperienza facesse capire loro che non ci sono obiettivi irraggiungibili e che se, di fronte alla prime difficoltà si piangono addosso, stanno sprecando energie inutilmente, invece quelle forze le impiegassero per essere più tenaci, più convinti di prima, l’importante è che credano in se stessi e allora tutti i loro sogni si avvereranno. Questi sono gli operatori del GIS. Noi avevamo degli obiettivi e li abbiamo raggiunti attraverso rinunce e ostacoli, ma forse erano proprio quegli ostacoli a farci diventare ogni giorno più determinati".

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