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Giovedì, 28 Marzo 2024
Cronaca

 Ilva, stabilimenti fermi per lo sciopero: Calenda annulla il tavolo

Non si svolgerà il vertice al ministero dello Sviluppo Economico: "Servono maggiori garanzie da Am Investco". Intanto gli operai incrociano le braccia per 24 ore da Taranto a Genova

Il tavolo sull'Ilva non si fa più. Almeno non con queste condizioni. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda avrebbe detto ad Arcelor Mittal, il gruppo franco-indiano che controlla i nuovi acquirenti di Am Investco, che "Non è accettabile aprire il tavolo senza garantire le condizioni salariali e contrattuali dei lavoratori. Pertanto il tavolo è annullato".

Secondo quanto riportano fonti sindacali, per Calenda l’azienda dovrà tornare al tavolo dopo il confronto con gli azionisti. Se questo non dovesse avvenire “il governo sarebbe pronto a mettere in campo tutte le sue prerogative per il rispetto degli impegni presi”.

Intanto la giornata è iniziata in tutti gli stabilimenti Ilva, con la mobilitazione dei lavoratori proclamata dalle organizzazioni sindacali a sostegno della trattativa. Dai primi dati l’adesione a Taranto, Genova, Novi Ligure, è totale. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal segretario generale Fim Cisl, Marco Bentivogli.

I lavoratori, afferma il sindacalista, “hanno ben compreso che le basi su cui si articola il piano industriale vanno radicalmente modificate, continuiamo a ribadire, come in tutti questi anni, che è possibile modificare il Piano affinché si rilanci la produzione dell’acciaio, si salvaguardi l’ambiente e si escludano licenziamenti”.

Operai in sciopero

Doveva essere una giornata storica per i lavoratori degli stabilimenti Ilva, che intorno alle ore 7 hanno iniziato lo sciopero di 24 ore indetto dai sindacati Fim, Fiom, Uilm e Usb, che doveva procedere in parallelo con il vertice al ministero dello Sviluppo economico i cui si sarebbe dovuto discutere sul piano dell'acquirente Am Investco, che intende confermare i 4mila esuberi, di cui oltre 3mila a Taranto e circa 600 a Genova.

Fonti governative hanno fatto sapere che nessun lavoratore rimarrà senza tutele, ma al momento sembra che la trattativa con i sindacati sia in fase di stallo. In particolare vengono criticate le nuovi condizioni che dovranno accettare i lavoratori che passeranno alle dipendenze di Am Investco. Questi andranno a perdere  le garanzia dell'art.18 e verranno riassunti con il contratto a tutele crescenti previsto dal Jobs Act, dicendo addio anche alla continuità rispetto al rapporto di lavoro e al trattamento dell'anzianità.

Corteo a Genova 

Centinaia di lavoratori dello stabilimento Ilva di Genova sono scesi in piazza questa mattina per protestare contro il piano di esuberi presentato da Am Investco Italy. Nel capoluogo ligure sono previsti 599 esuberi su un totale di 1.500 dipendenti. Dopo una breve assemblea davanti ai cancelli della fabbrica, i lavoratori stanno sfilando per le strade del ponente cittadino dietro dietro ad un mezzo pesante. Il corteo, a cui partecipano anche rappresentanti delle istituzioni, lavoratori del porto e delle altre fabbriche genovesi, è diretto verso la prefettura del capoluogo ligure. Ad aprire la manifestazione, due lunghi striscioni con scritto “Pacta servanda sunt” e “In lotta per il lavoro e per Genova”.

Genova, il corteo dei lavoratori Ilva (GenovaToday)

“La città deve reagire -ha detto il segretario genovese della Fiom Cgil, Bruno Manganaro- perché non possiamo più permetterci di perdere posti di lavoro. Non si può essere ricattati da un grande gruppo come Mittal. Il governo deve cercare un’alternativa e, se per salvare la fabbrica bisogna nazionalizzarla, lo si faccia come è stato fatto in altri Paesi”, ha concluso Manganaro, che non esclude l’occupazione ad oltranza dello stabilimento. 

Mezzi pesanti

E’ arrivato intorno alle 12.30 davanti la prefettura di Genova il corteo dei lavoratori dello stabilimento Ilva di Cornigliano che protestano contro i quasi 600 esuberi previsti dal piano presentato da Am Investco. In piazza, oltre a circa un migliaio di dipendenti dello stabilimento genovese con i mezzi pesanti, delegazioni di lavoratori delle altre fabbriche cittadine in segno di solidarietà con la mobilitazione dei metalmeccanici dell’Ilva. Il corteo, a cui partecipano esponenti locali di tutte le principali forze politiche, si è svolto finora senza incidenti. In questi minuti è in corso un incontro in prefettura tra il prefetto di Genova Fiamma Spena, il sindaco del capoluogo ligure Marco Bucci ed il governatore della Liguria, Giovanni Toti. 

Tutte le informazioni sulla viabilità e gli ultimi aggiornamenti su GenovaToday.

Adesione totale

 La giornata è iniziata in tutti gli stabilimenti Ilva, con la mobilitazione dei lavoratori proclamata dalle organizzazioni sindacali a sostegno della trattativa. Dai primi dati l’adesione a Taranto, Genova, Novi Ligure, è totale. E’ quanto si legge in una nota diffusa dal segretario generale Fim Cisl, Marco Bentivogli. I lavoratori, afferma il sindacalista, “hanno ben compreso che le basi su cui si articola il piano industriale vanno radicalmente modificate, continuiamo a ribadire, come in tutti questi anni, che è possibile modificare il Piano affinché si rilanci la produzione dell’acciaio, si salvaguardi l’ambiente e si escludano licenziamenti”. In “questi anni troppo tempo perso e tante incertezze hanno pregiudicato le condizioni di partenza di questa trattativa. AMInvestCo deve sapere che queste sono le nostre condizioni per andare verso un’intesa su cui anche il governo deve fare la sua parte in maniera attiva”, conclude Bentivogli.

Toti: "Genova ha già pagato"

“Gli esuberi sono un problema grosso. Siamo qui a ricordare che Genova ha già pagato. Qui esiste un accordo di programma che nessuno ha disdettato, un accordo che nasce dalla chiusura dell’area a caldo e che ha fatto pagare già un prezzo occupazionale a questa città”. Lo ha detto il governatore della Liguria, Giovanni Toti, parlando della vertenza Ilva prima di incontrare il prefetto di Genova, Fiamma Spena. “Oggi -ha sottolineato il governatore ligure- lo stabilimento di Cornigliano è unanimamente ritenuto uno stabilimento competitivo sul mercato dell’acciaio. Non si vede per quale ragione il governo non abbia voluto coinvolgere i firmatari dell’accordo di programma, perché non si sia tenuto conto di tale accordo nella gara che è stata fatta”.

Secondo Toti, “occorre rimediare, occorre un tavolo istituzionale a Roma al più presto per ribadire quali sono i reciproci impegni che ci siamo presi anni orsono. Le aree Ilva di Genova -ha concluso il governatore ligure- sono per lo più aree pubbliche, che sono state date a quell’azienda per un lungo periodo di tempo in cambio di impegni precisi che ci aspettiamo che, qualunque sia la proprietà che subentra a Ilva, vengano rispettati”.

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