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Venerdì, 19 Aprile 2024
CASO ILVA / Taranto

L'Ilva chiude, 5mila operai a casa: sciopero

Taranto è in ginocchio: l'azienda ha annunciato la chiusura dopo il blitz della magistratura. Gli operai hanno occupato lo stabilimento. Tensioni anche a Genova

TARANTO - Badge disattivati e tutti a casa: è questo il destino dei circa 5mila lavoratori dell'area a freddo dell'Ilva di Taranto, dopo le comunicazioni della dirigenza aziendale seguite agli arresti e ai sequestri operati ieri dalla magistratura. Il risultato? L'Ilva di Taranto è una polveriera e il clima è incandescente.

TENSIONI A TARANTO E GENOVA - Lo sciopero proclamato da Fim, Fiom e Uilm allo stabilimento tarantino è iniziato questa mattina alle 7: durerà almeno 24 ore ma potrebbe proseguire ad oltranza. Davanti alle portinerie sono in atto sit-in di lavoratori, mentre alcune centinaia di operai hanno prima forzato i varchi della portineria D dello stabilimento e poi sono entrati anche nella Direzione del siderurgico occupandola. Tensioni anche all'Ilva di Genova, dove circa 1.500 metalmeccanici, dopo una breve assemblea, sono usciti dallo stabilimento in corteo e si stanno dirigendo verso l'aeroporto cittadino. Con loro anche i cassintegrati dello stabilimento metallurgico. La situazione è piuttosto confusa al momento e si attendono indicazioni dai sindacati.

INCONTRO GOVERNO-PARTI SOCIALI - Domani l'azienda incontrerà i sindacati per discutere della cassa integrazione annunciata per quasi duemila dipendenti dell'area a freddo già messi in ferie forzate. Giovedì le parti sociali, gli enti locali e l'azienda sono state convocate dal governo a Palazzo Chigi.

GLI ARRESTI - L'inchiesta, che ieri ha portato a sette arresti per associazione per delinquere e corruzione, riguarda un presunto sistema di pressioni su politici, funzionari pubblici e giornalisti per "ammorbidire" le iniziative legislative sull'ambiente e le attività di controllo e tenere a bada l'opinione pubblica. A gestire il sistema, sarebbe stato l'ex responsabile delle relazioni istituzionali Girolamo Archina, licenziato mesi fa dal presidente Ferrante e ieri finito in carcere. Indagati a piede libero sono anche il presidente dell'Ilva Bruno Ferrante ed il direttore dello stabilimento Adolfo Buffo. Oltre che per Archina, ordinanza di custodia cautelare in carcere è stata emessa l'ex direttore dello stabilimento Luigi Capogrosso e per Fabio Riva, (resosi irreperibile). Nuova ordinanza ai domiciliari per il patron dell'Ilva Emilio Riva, agli arresti dal 26 luglio. Domiciliari anche per Lorenzo Liberti, ex rettore del politecnico di Taranto e consulente della procura, l'ex assessore provinciale all'ambiente Michele Conserva e l'ingegnere della promed engineering Carmelo Delli Santi.
 

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